G7: Trump ed Europa, due lingue diverse a Taormina

ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI-TIBERIO BARCHIELLI
ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI-TIBERIO BARCHIELLI

TAORMINA. – Trump e gli europei parlano lingue diverse. E non è un problema di traduzione. E’, piuttosto, una questione di visione del mondo: la ‘weltanschauung’ europea, con le sue radici profonde e le sue eredità antiche, è parecchio lontana dall’essenzialità e dal pragmatismo spinto fino al limite della nuova amministrazione americana. Non è neanche questione di mancanza di volontà da nessuna delle due parti. Ma è come guardare il mondo con il binocolo rovesciato.

La prima giornata del vertice di Taormina si conclude con questa amara ma inevitabile constatazione, al di là di alcuni accordi tra i Sette leader che però non cambiano la sostanza del problema. Ci sono le intese faticose su migranti e lotta al terrorismo, ma Trump e gli europei rimangono ancora divisi sui grandi temi del futuro, dal clima ai rapporti con Putin, dal commercio alla gestione della globalizzazione, fino alla solidarietà verso l’Africa.

La lontananza fisica di Donald Trump dagli altri leader nelle struggenti vie di Taormina nella passeggiata che ha preceduto il summit racconta meglio di mille parole la situazione reale. Due mondi distanti che provano anche a parlarsi ma faticano a capirsi al di là dei generosi tentativi della buona presidenza italiana del G7, condotta con equilibrio e sensibilità da Paolo Gentiloni. E al di là anche dei risultati che, forse, alla fine potranno anche arrivare al termine di questo vertice.

Sul clima Trump promette di ascoltare, ma in realtà ha già dato il via libera a nuove trivellazioni, alla costruzione di altri oleodotti, ha ridotto i limiti per l’emissione dei gas nocivi. Sulla Russia, Trump vede in Putin un potenziale forte alleato e ascolta mal volentieri le elencazioni europee dei diritti violati in Ucraina e Crimea. Sul commercio, lo slogan ‘America first’ basta da solo a spiegare che il neo protezionismo trumpiano non potrà mai sposarsi con le aspirazioni europee al libero commercio.

In questo Trump trova in Europa una sponda fedele in quella Theresa May che sta portando il suo Paese fuori dall’Ue. Ma la stessa May, a proposito del binocolo rovesciato, litiga furiosamente con Trump visto che gli Stati Uniti, per la seconda volta in pochi giorni, si sono fatti scappare notizie riservate fornite loro da intelligence amiche. Questa volta sull’attentato di Manchester.

Questa surreale vicenda pone un forte interrogativo sulla fiducia tra alleati nello scambio di informazioni, uno dei capisaldi nella lotta al terrorismo ribadito ancora oggi a Taormina. Sarà possibile far seguire a queste parole condivisibili sulla collaborazione comune atti concreti in futuro?

Il compromesso sui migranti è molto spostato sulla sicurezza, una forte richiesta degli Usa, mentre forse sarebbe stato opportuno insistere maggiormente sulla solidarietà comune di fronte a una sfida globale. Per gli europei incontrare Trump è stato traumatico. Lui sicuramente non è avvezzo alle raffinatezze diplomatiche di stampo brussellese. Loro hanno percorsi mentali articolati ed elaborati.

Il media tedesco Spiegel ha citato una frase che sarebbe stata detta da Trump riguardo ai ‘tedeschi cattivi’. In molti hanno cercato di precisare e smussare, limare e aggiustare quella che per qualche ora è sembrata una nuova gaffe. Ma poi ci ha pensato la Merkel a riportare le cose in ordine. Al termine di un bilaterale con The Donald ha definito l’incontro ‘vivace e franco’. Tradotto dal diplomatichese vuol semplicemente dire che non è andato per niente bene.

(di Stefano Polli/ANSA)