G7, i nodi che dividono: clima, commercio e migranti

La scritta CO2 con il fumo delle ciminiere.
Oms, senza target Parigi un milione di vite a rischio
Contro il cambiamento climatico

TAORMINA. – Non ci sono solo, come atteso, il clima e il commercio internazionale. A dividere le posizioni, sul tavolo del G7, c’è anche il tema dei migranti. Rendendo durissimo il lavoro degli sherpa che in queste ore stanno tentando di ‘chiudere’ il comunicato finale, atteso per domani. Fatta salva la completa condivisione verso un maggiore impegno alla lotta al TERRORISMO, oggetto di una dichiarazione ad hoc dei Grandi, ecco i principali punti di confronto.

CLIMA – L’America di Trump non si è ancora espressa ufficialmente. Ma dai tempi della campagna elettorale il presidente ha fatto sapere di essere pronto a cancellare gli impegni presi da Obama, sottolineando, come ribadito anche nei giorni scorsi a Roma, che l’accordo di Parigi costa troppo. L’intesa resta invece la linea rossa per gli altri leader.

COMMERCIO – Naufragato ormai il Ttpi, il rischio delle barriere commerciali e del protezionismo incombono, sostenuti da quella parte del mondo (America in prima fila) che ritiene che la globalizzazione penalizzi i cittadini. Posizione che confligge con quella dell’altra parte del pianeta, dall’Europa all’Asia, che invece sostiene il libero scambio.

MIGRANTI – Differenze, se non vere e proprie divergenze, ci sono e restano sul tavolo di un vertice dove il tema era in cima all’agenda italiana, costringendo Roma ad una difficile mediazione. Si va verso un ‘buon compromesso’, fanno filtrare fonti italiane, che da un lato vedono riconosciuti tre principi chiave per Roma (approccio globale, di lungo periodo con il coinvolgimento dei paesi d’origine e responsabilità condivisa); ma l’Italia deve ‘mollare’ alla richiesta americana e non solo (certamente Trump ha trovato sull’argomento la sponda di Londra) di un approccio mirato anche alla sicurezza, con il controllo dei confini e la regolamentazione dei flussi.

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