Papa: “Lavoro per tutti, dignità non è solo un reddito”

Il Papa a Genova. 27 Maggio. ANSA /LUCA ZENNARO
Il Papa a Genova. 27 Maggio.
ANSA /LUCA ZENNARO

GENOVA. – Il lavoro e la dignità, l’impresa e la speculazione, il “riscatto” e il “ricatto”: Papa Francesco a Genova ha abbracciato il mondo del lavoro, tornando a sottolineare che non basta “sopravvivere” ma occorre “vivere” e solo con il lavoro è possibile. Il lavoro allora non è solo fonte di reddito ma la “priorità umana”, il cuore della democrazia, sottolinea il Papa argentino citando la Costituzione italiana. E a quelli che chiedono un assegno assistenziale, un reddito di cittadinanza, risponde: “Non un reddito per tutti ma un lavoro per tutti perché altrimenti non c’è dignità”.

All’Ilva lo accolgono con cori da stadio. Ci sono gli elmetti gialli degli operai ma anche le incertezze dei precari e le paure degli imprenditori. E lui pronuncia parole forti chiedendo di distinguere dagli “imprenditori ai quali sta a cuore la propria azienda e i propri lavoratori” e “gli speculatori” con i quali “l’economia diventa senza volti e spietata”.

Una giornata densa, undici ore in cui ha incontrato migliaia di persone, 80mila solo alla messa conclusiva. I giovani, i preti ma anche gli ultimi della società e i piccoli malati del Gaslini: queste le tante facce di Genova che hanno passato questa giornata con il Papa.

Tornando al lavoro, oltre al suo ‘no’ alle proposte sul reddito minimo, striglia ancora la politica quando “sembra incoraggiare chi specula sul lavoro e non chi investe e crede nel lavoro. Crea burocrazia e controlli partendo dall’ipotesi che gli attori dell’economia siano speculatori, e così chi non lo è, è svantaggiato, chi invece lo è, trova i mezzi per eludere i controlli”. No anche ai prepensionamenti (“bisogna andare in pensione all’età giusta”) perché così si “sopravvivere” ma solo il lavoro consente di “vivere con dignità”.

Ma le parole del Papa diventano per la politica occasione di schermaglia. “Davanti alle ‘ideologie’ che chiedono di dare a tutti un reddito, di far mantenere le persone con un assegno sociale Papa Francesco – sottolinea il leader del Pd Matteo Renzi – rilancia sulla necessità non di un reddito per tutti, ma un lavoro per tutti”.

Il Movimento 5 Stelle replica: “Renzi cerca di strumentalizzare le parole del Pontefice sul reddito, cosa assolutamente disdicevole”. Parole forti e non generiche: “Attorno al lavoro si edifica l’intero patto sociale: quando non si lavora, si lavora male, si lavora poco o si lavora troppo, è la democrazia ad entrare in crisi”, ha detto il Papa citando anche il primo articolo della Costituzione italiana.

“Possiamo dire che togliere lavoro alla gente o sfruttare la gente con un lavoro indegno e malpagato è anticostituzionale. E allora se non fosse fondata sul lavoro la Repubblica italiana – ha rilevato Bergoglio – non sarebbe una democrazia”.

La giornata era cominciata con un ricordo personale e una confessione, quella di essersi emozionato a vedere il porto di Genova da dove era partito suo papà per cercare fortuna in Argentina. E quel porto, il mare, e la tradizione dei navigatori della città torna anche nel messaggio ai giovani: “abbiate coraggio e orizzonte” come Cristoforo Colombo.

E oggi Francesco ha lanciato anche un nuovo termine quello di “missionare”, andare a portare la gioia della fede. Ha ripetuto anche spesso: “non aggettivare”. Termine italiano ma un po’ desueto. Per dire di non definire la gente con aggettivi ma con il loro nome.

Nell’incontro con il clero in Cattedrale aveva detto di guardarsi da quelli che sanno tutto, “i preti ‘google o wikipedia’ che tanto male fanno” alla opera dei sacerdoti. Poi il pranzo con gli ultimi, il saluto ai detenuti, la carezza ai piccoli dell’ospedale Gaslini. E quella domanda senza risposta: “Perché i bambini soffrono?”.

(dell’inviata Manuela Tulli/ANSA)