Legge elettorale e voucher, scontro Pd-Mdp fa “ballare” il Governo

Sit-in di Sinistra italiana contro i voucher nel 2017.
Un momento del sit-in di Sinistra italiana contro i voucher all'esterno del Ministero del Lavoro a Roma, 4 marzo 2017. ANSA/GIORGIO ONORATI
Un momento del sit-in di Sinistra italiana contro i voucher all’esterno del Ministero del Lavoro a Roma, 4 marzo 2017. ANSA/GIORGIO ONORATI

ROMA. – Il via libera all’emendamento sui voucher contenuto nella manovra getta un’ombra sul governo guidato da Paolo Gentiloni e provoca una sorta di terremoto nella maggioranza: Il Pd si spacca con i deputati ‘orlandiani’ che decidono di uscire dalla commissione, Mdp vota contro e avverte che non sosterrà la manovra anche se verrà messa la fiducia, ed il risultato finale è che il testo passa grazie ai voti dei partiti dell’area di centrodestra con una parte dei Dem.

La ‘scossa’ all’esecutivo arriva alla vigilia di una settimana decisiva perchè, su un binario parallelo alla cosiddetta manovrina, corre la legge elettorale. Martedì il segretario del Pd Matteo Renzi tirerà le somme in direzione, ma le trattative per blindare un accordo sul modello tedesco potrebbero concludersi anche prima.

Lunedì infatti una delegazione dei Dem ha in programma una serie di incontri con le forze politiche per testare effettivamente la tenuta dell’intesa mentre domani in serata si conoscerà l’esito della consultazione aperta da Grillo sul suo blog proprio sul modello tedesco. Se tutto dovesse procedere secondo i piani – spiegano da Forza Italia – non ci saranno incontri al vertice.

Tradotto: Berlusconi e Renzi non dovrebbero incontrarsi anche se dopo i contatti telefonici tra i due, la voce di un faccia a faccia tra martedì e mercoledì continua a girare tra gli stessi parlamentari. Una riunione, modello Nazareno, ripetono però i fedelissimi del Cavaliere mediaticamente non giova a nessuno. L’obiettivo è chiudere sul tedesco e poi pensare alle urne:

“Probabilmente manca poco al momento in cui gli italiani potranno di nuovo scegliere da chi vogliono essere governati, se finalmente potremo avere una legge elettorale condivisa”, mette in chiaro Silvio Berlusconi a cui fa eco Lorenzo Guerini: “E’ evidente che nel momento in cui la legge elettorale viene approvata tecnicamente e’ possibile andare al voto”.

Chi parla di una “settimana decisiva” è anche il ministro dello Sport Luca Lotti: “Il presidente della Repubblica – osserva il fedelissimo del leader del Pd – ha chiesto a tutte le forze politiche di fare una legge elettorale, Matteo Renzi e il Pd ci stanno provando e non è facile”.

Ma la tensione però sui voucher all’interno della maggioranza potrebbe avere delle rapide conseguenze anche sulla partita della legge elettorale. Non ne fa mistero il senatore del Pd Andrea Marcucci che intravede dietro la polemica dei bersaniani la volontà di arenare il percorso della legge elettorale in favore della legge in vigore e cioè l’Italicum della Consulta che ha una soglia al 3% invece che il 5% su cui si sta lavorando: “A loro, a Mdp – accusa il senatore dem – interessa la difesa di qualunque scranno”.

Ma ad andare in scena è una vera e propria guerra di logoramento con accuse reciproche tra ex colleghi di partito. Per Mdp infatti a “sabotare” la legislatura è il Pd che, come accusa il capogruppo Francesco Laforgia “ha deciso di compiere l’ennesimo strappo e dovrà spiegare a milioni di Italiani le ragioni di una scelta irresponsabile sul merito e sul piano del funzionamento democratico delle istituzioni.

Parole a cui replica in modo altrettanto netto il presidente dei Dem alla Camera Ettore Rosato. Per il capogruppo del Pd i numeri della maggioranza non sono a rischio ma l’auspicio “è che Mdp mantenga fede agli impegni che ha assunto anche davanti ai suoi elettori, dicendo che avrebbe sostenuto con lealtà il governo”.

Già perchè se a Montecitorio non si corrono rischi, a palazzo Madama i numeri non sono così blindati e comunque se la manovra dovesse passare con un ‘pezzo’ della maggioranza che non vota la fiducia, politicamente per il governo si aprirebbe un problema. Che la situazione sia tesa lo dimostra anche la richiesta di un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avanzata dai capigruppo di Sinistra Italiana.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)