Giro, Cassani: “Poca Italia, ma ho visto il miglior Nibali”

Davide Cassani: l'ex ciclista e commentatore Rai è ct della nazionale di ciclismo dal 2014
Davide Cassani: l’ex ciclista e commentatore Rai è ct della nazionale di ciclismo dal 2014

MILANO. – Il Giro d’Italia numero 100 è stato un inno all’agonismo puro e ha celebrato, ancora una volta, il più grande racconto popolare, tramandato di anno in anno di padre in figlio, attraverso i cosiddetti luoghi dell’anima, dove si costruiscono le imprese. Il fascino e l’incanto della corsa rosa non hanno perso smalto anche dopo la 100/a edizione, che si è conclusa a Milano con la prima vittoria di un olandese, il 26enne Tom Dumoulin.

Tanta battaglia, sul filo dei secondi, fra scatti e fughe a perdifiato che hanno regalato suspence e incertezza fino ai piedi della Madonnina. Già, perché dopo oltre 90 ore di corsa, i primi sei della classifica generale erano racchiusi in soli 160 secondi, alla vigilia della cronometro conclusiva, da Monza a Milano.

“Da questo punto di vista è stato un Giro strepitoso, davvero molto bello, tirato – spiega Davide Cassani, che ha seguito la corsa giorno dopo giorno, da osservatore interessato -. Peccato ci sia stata poca Italia nel Giro numero 100, ma non è stato un caso. Il nostro ciclismo, infatti, sta attraversando un momento di difficoltà e non solo: al Giro di quest’anno non si sono presentati al via alcuni fra i corridori di punta del nostro movimento, come Elia Viviani, escluso dal Team Sky per scelta tecnica, Diego Ulissi, Alessandro De Marchi, oltre ai vari Brambilla, Trentin, Colbrelli e Moscon. Alla fine chiudiamo con una sola vittoria di tappa, grazie all’impresa di Vincenzo Nibali nella frazione del doppio Stelvio e del Mortirolo. Un po’ poco”.

I corridori ci sarebbero pure, mancano però le gare di alto livello, a parte le classiche del calendario, dunque diminuisce la competitività. “Sicuramente è così – afferma il ct azzurro -. La vicenda riguarda anche il calendario dilettantistico, che negli anni si è impoverito, ed è positivo che rinasca il Giro d’Italia Under 23 dopo cinque anni di stop. E’ da gare come questa che vengono fuori certi talenti, come fu nel caso di Fabio Aru, anche lui assente al Giro di quest’anno. Bisogna organizzare più gare di qualità, in altre parole”.

Il successo di Dumoulin è comunque fuori discussione. Anche per Cassani. “Si è imposto il corridore più forte – sottolinea – che è stato più veloce degli altri. Si è preparato benissimo per quest’appuntamento ed è stato premiato. Nibali? E’ andato meglio dell’anno scorso, quando vinse il Giro: è stato il miglior Nibali degli ultimi anni. Secondo me ha dato il massimo e, probabilmente, ha pagato la giornata del Blockhaus, dove avrebbe dovuto gestire meglio la salita. A Oropa, invece, ha perso quei 40″ che poi si sono rivelati fatali nella compilazione della classifica generale. Dumoulin ha comunque inflitto distacchi pesanti, se si sommano le due cronometro, per un totale di una settantina di chilometri”.

E adesso? Cassani cosa consiglierebbe ai corridori di punta del ciclismo italiano, a più di un mese dall’inizio del Tour? “Il Giro è stato molto dispendioso, penso che Nibali andrà a casa, a riposarsi, e poi magari gli conviene preparare meglio la Vuelta. Aru, che è stato molto sfortunato, invece, può presentarsi pronto al Tour de France. Sono loro due i nostri migliori corridori per le corse a tappe e possono regalarci ancora tante soddisfazioni”.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)