Sempre più minori migranti irreperibili in Italia

ROMA. – Arrivano soli sulle nostre coste e poi spariscono. Sono i minori irreperibili, o “invisibili” come li definisce l’Unicef: 6.561 bambini e ragazzi nel 2016. Un dato in aumento e “allarmante”: dal 2012, quando erano 1.754, sono “quintuplicati”. In termini percentuali, hanno raggiunto la massima incidenza nel 2015, quando erano il 34% del totale dei minori non accompagnati; nel 2016 si sono attestati circa al 27%.

A raccontare le storie dei minori stranieri che arrivano soli nel nostro Paese è il rapporto “Sperduti” di Unicef e Cnr-Irpps (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali), presentato oggi a Roma. Il 79% dei minori irreperibili proviene da Egitto (1.513), Eritrea (1.326), Somalia (1.242), Afghanistan (639), Nigeria (225) e Gambia (195) e la fuga coincide anche con “una precisa strategia volta a proseguire il viaggio verso altri Paesi europei”.

Ma “molti – denuncia il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini – finiscono nelle maglie dello sfruttamento sessuale, della droga, della prostituzione e del caporalato. Bisogna intervenire” e “informare” questi ragazzi fin dalla prima accoglienza. Secondo dati Unhcr, su un totale di 181.436 persone sbarcate in Italia nel 2016, i minorenni sono 28.223. Di questi, 25.846, il 92%, non sono accompagnati. Erano 12.630 nel 2015; il 75% del totale.

A ottobre 2016 gli under 18 non accompagnati che hanno presentato domanda d’asilo sono 4.168, il 48,3% dei minorenni (accompagnati e non). A novembre 2016 i non accompagnati e non richiedenti asilo presenti nelle strutture di accoglienza sono 17.245; 6.508 invece gli irreperibili.

“Sono fondamentali le prime 72 ore dall’arrivo – ha osservato il direttore generale di Unicef Italia, Paolo Rozera, presentando il Rapporto – i centri di accoglienza devono favorire l’inclusione sociale, è l’unica cosa che può salvare i ragazzi”. Nelle strutture ci sono soprattutto maschi (93%), anche se le femmine sono in aumento: dal 5-6% degli anni passati ora si raggiunge il 6,9%. L’82% ha 16 o 17 anni e proviene per lo più da Egitto (2.801), Gambia (2.252), Albania (1.573), Nigeria (1.456), Eritrea (1.314).

Tra il 2011 e il 2015, sono aumentati i ragazzi in carico agli Uffici del servizio sociale per i minorenni, che prendono in carico il minorenne entrato nel circuito penale, sebbene incidano per l’1,6-1,7% sul totale dei minorenni e per il 6-8% sulla sola componente straniera. Tra i reati ascritti ci sono in particolare quelli legati allo spaccio di stupefacenti, seguiti da quelli contro il patrimonio.

“L’indagine vuole essere uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici per far sì che l’attenzione ai più recenti arrivi via mare, non abbia carattere esclusivamente emergenziale”, ha osservato Corrado Bonifazi, direttore dei Cnr-Irpps.

Ora, dopo l’approvazione della legge per la protezione dei minori stranieri non accompagnati, ha concluso la vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia, Sandra Zampa, “altre battaglie ci attendono: prima di tutto dobbiamo farla funzionare” e poi serve “un piano per l’infanzia in difficoltà. Dobbiamo far capire che il Paese crede nel futuro”.

(di Alice Fumis/ANSA)

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