Centristi e sinistra, “chiamata alle armi” per la soglia del 5%

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA. – Fuori dall’orbita di Matteo Renzi, pronti a lottare per entrare in Parlamento. Il sistema tedesco con soglia al 5% allontana indissolubilmente l’ipotesi del centrosinistra unito caldeggiato da Giuliano Pisapia e getta i centristi di Angelino Alfano nello psicodramma. Ma al di là della rottura con il Pd, dalle parti di Ap si pensa a già alle contromisure: aggregare i moderati e puntare su un “Papa straniero” come leader per superare la fatidica soglia teutonica.

Lo stato maggiore di Ap si riunisce in vista della Direzione di giovedì. Oltre ad Alfano sono presenti tutti i ‘big’ del partito. E il leader, oltre a ribadire il suo dissenso su sistema tedesco e voto anticipato, mette giù uno schema da campagna elettorale: aggregare le forze popolari per un progetto di chiaro stampo europeista. Un progetto che, rispetto agli obiettivi iniziali, i centristi giocheranno contro il Pd di Renzi.

“Abbiamo deciso di morire combattendo”, racconta chi era presente al vertice di Ap dove è emerso come l’accelerazione al voto potrebbe portare i vari gruppuscoli di centro e centrodestra a fare un passo indietro per un’unione che, oltre ai Centristi per l’Europa, potrebbe includere tosiani, fittiani e Udc di Lorenzo Cesa.

Un punto, tuttavia, emerge in Ap: per arrivare oltre il 5% servirà “un Papa straniero” alla leadership. E quel nome potrebbe essere quello di Stefano Parisi benché, finora, i rapporti tra il fondatore di Energie per l’Italia e Ap siano stati in chiaroscuro. Mentre una partita a parte sembrano giocarla Denis Verdini e Enrico Zanetti: Ala e Scelta Civica non voteranno il sistema tedesco (prediligendo il maggioritario) ma non faranno le barricate in Aula.

Alla sinistra del Pd, invece, il sistema tedesco accelera la non facile convergenza tra Campo Progressista, Mdp e Sinistra Italiana e decostruisce il progetto di Pisapia di un Ulivo 2.0. “Il popolo del centrosinistra ha diritto a scegliere un’offerta che lo rappresenti, non a dividersi tra la sinistra che vuole governare con la destra e la sinistra che punta solo alla residualità”, è il documento con cui Campo Progressista dice il suo ‘no’ alle larghe intese. In calce, la firma di diversi parlamentari di Mdp, Cd, gruppo Misto e anche di tre del Pd (Monaco, Manconi, Mucchetti).

“Pisapia fatica ad accettare che una fase si è chiusa con la sconfitta del centro-sinistra nel 2013”, replica Nicola Fratoianni di Sinistra Italia che, tuttavia, non chiude a un progetto unitario: “incontriamoci, prima della pausa estiva”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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