Sardegna: Maninchedda, il mio partito vive di linfa propria

(ANSA) – CAGLIARI, 31 MAG – “E adesso dietrologia e fango, secondo la migliore tradizione italiana”. Dopo la giornata di ieri nella quale “non ho risposto ai giornalisti, né ai colleghi che mi chiamavano”, l’assessore dimissionario ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, commenta sul suo blog i due interventi dello scrittore Marcello Fois e dello storico Luciano Marrocu ospitati nelle pagine de La Nuova Sardegna. “Fois scrive un pezzo disarmante nella sua inutile violenza – spiega l’ex assessore – lui non tollera che io abbia dissentito da Soru, né che il Psd’Az, che mi accolse, si sia schierato nella scorsa legislatura con Cappellacci”. Per questo, “Fois argomenta di me come di un trasformista. Liberissimo di farlo, ma i fatti sono tutti lì: io non ho cambiato le mie posizioni, la bandiera è sempre quella ed è quella che sto tenendo in campo oggi”. Sempre in risposta allo scrittore nuorese: “Credo sia sempre più chiaro che il mio partito vive di linfa propria e ottiene consensi oltre me. Si teme la nascita di un partito o di una federazione della nazione sarda, ma l’aria è proprio questa”. Quanto a Marrocu, scrive ancora Maninchedda, “lui ha capito cosa c’è, non dietro, ma dentro le mie dimissioni, e cioè la conclamata lotta allo Stato italiano che io considero il vero ostacolo alla felicità e allo sviluppo dei sardi”. Poi però “la butta in strade, dice che non è detto che un’Anas sarda divenga efficiente solo perché sarda”. In realtà, precisa l’ex assessore nel suo blog, “proprio questa è la logica che mi ha schiacciato: io so che in Giunta ciò che io percepisco come il più grande dei problemi, l’Italia col suo disordine e le sue contraddizioni, è considerato invece la più grande delle opportunità”. Maninchedda quindi conclude: “Ho detto e scritto che voglio costruire lo Stato sardo e che voglio guidare una rivoluzione civile. Nessuna congiura, nessun sofisma, tutto chiaro, detto, ripetuto, scritto”. (ANSA).