Occupazione ai massimi dal 2009. Gentiloni: “L’impegno continua”

Un operaio in uno stabilimento metalmeccanico. (ANSA)

ROMA. – Ad aprile aumenta il tasso di occupazione, raggiungendo il livello top dal 2009, mentre diminuisce quello di disoccupazione, ai minimi da cinque anni: i dati diffusi dall’Istat sono stati commentati con soddisfazione dal premier, Paolo Gentiloni che ha sottolineato come l’impegno del Governo su questo punto continui. La questione del lavoro è “centrale” anche per il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco che ha insistito sulla necessità di cambiamenti strutturali del sistema produttivo soprattutto in direzione di una crescita della produttività.

I numeri di oggi sul lavoro fanno sorridere la maggioranza di Governo: il tasso di disoccupazione ad aprile è sceso all’11,1% mentre quello di occupazione tra i 15 e i 64 anni ha raggiunto il 57,9%, il livello più alto da febbraio 2009. Gli occupati sono cresciuti di 94.000 unità su marzo e di 277.000 su aprile 2016, sfiorando quota 23 milioni, per la prima volta dopo ottobre 2008, ovvero a crisi economica appena iniziata. Il tasso di disoccupazione giovanile resta stabile al 34% come marzo quando comunque si era toccato il livello più basso dopo febbraio 2012.

Il segnale di aprile su marzo è particolarmente importante perché arriva in assenza di sgravi contributivi generalizzati come quelli erogati nel 2015-2016 per le assunzioni a tempo indeterminato. Sono state “premiate le scelte di questi anni – ha scritto Gentiloni su Twitter – fiducia nell’Italia e impegno che continua”.

“I dati Istat confermano che il Jobs act funziona – ha scritto il segretario del Pd, Matteo Renzi – +800mila, avanti”, facendo riferimento agli occupati in più negli ultimi tre anni dopo l’insediamento del suo Governo a inizio 2014.

Meno ottimista il Governatore della Banca d’Italia: nell’ultimo biennio – ha scritto nelle sue Considerazioni finali – si sono registrati miglioramenti grazie alla ripresa ciclica, agli sgravi contributivi e ai provvedimenti volti a migliorare l’efficienza del mercato del lavoro”. Tuttavia- ha avvertito – i valori sono lontani da quelli di gran parte degli altri paesi europei con meno del 60% delle persone tra i 20 e i 67 anni a fine 2016 con un impiego e meno di una donna su due occupata.

“Si è tentato di far fronte ai mutamenti – ha affermato – con la sola riduzione dei costi, in particolare del lavoro. I pur significativi benefici in termini di occupazione si sono rivelati effimeri perché non sono stati accompagnati dal necessario cambiamento strutturale di molte parti del nostro sistema produttivo”.

Cresce l’occupazione e si riduce il numero di coloro che sono in cerca di impiego ma la media dell’età quelli che sono nel mercato del lavoro continua a crescere. Gli over 50 al lavoro, complice l’andamento demografico e gli interventi di stretta all’accesso al pensionamento degli ultimi anni, sono ormai più di otto milioni, tre milioni in più rispetto a 12 anni fa. Coloro che hanno meno di 35 anni sono appena 5,1 milioni a fronte dei 7,4 milioni di 12 anni fa.

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