Centro in cerca di leader, lite Alfano-Parisi ma si tratta

Alfano e Parisi
Alfano e Parisi

ROMA. – La guerra aperta con Matteo Renzi, la necessità di aggregarsi, la ricerca di una leadership da realizzarsi in breve tempo: i centristi di Angelino Alfano provano a uscire da un impasse che, complice il modello tedesco, rischia di trasformarsi nel rischio scomparsa. In una Direzione che si descrive “cruciale”, Ap proverà a riordinare le idee dopo che, sin da ieri, si alternano a Camera e Senato riunioni a dir poco movimentate. E movimentato è anche il rapporto tra Alfano e quello che viene additato come possibile leader di un nuovo centro, Stefano Parisi.

Il ministro, infatti, chiede quelle primarie che il leader di Energie per l’Italia esclude: “è troppo tardi”. L’impressione è che, al di là del botta e risposta, tra gli ambasciatori di Ap e Parisi ci sia una trattativa in corso. Una trattativa che non vede le primarie come tappa e potrebbe prevedere, con buona probabilità, un passo indietro dello stesso Alfano.

Chi lo conosce bene dà per possibile l’ipotesi che il titolare della Farnesina, pur di dar vita ad un centro unito, sia pronto al passo indietro nella corsa alla leadership. Ma per ora, Alfano resta fermo sulla sua idea iniziale. “Faremo le primarie tra chi vuole farle” anche se “prima viene il progetto di riaggregazione moderata”, spiega il leader di Ap in una dichiarazione che, tra qualche senatore centrista, suscita più di una perplessità.

“Le primarie non sono un tema e se i partiti centristi si mettono tutti insieme non fanno ciò che serve all’Italia”, replica Parisi. I due, insomma sono ancora distanti anche se in Ap cresce la convinzione che solo una nuova leadership possa dare vigore al neonato progetto popolare. E, perso (almeno per ora) Carlo Calenda, i nomi in giro non sono tanti.

Su un punto, però, Ap sembra convergere: il centro va aggregato. E, racconta un esponente alfaniano, già tre mesi fa era stato commissionato un sondaggio a riguardo: “Ncd, da sola valeva il 3%, il centro insieme, incluso Parisi, vale il 6%”, racconta il parlamentare. Nel progetto potrebbero far parte – oltre ai Centristi per l’Europa – anche tosiani e Scelta Civica. Mentre Direzione Italia di Fitto in queste ore sta dialogando con tutte le forze del centrodestra tenendo presente che la rottura con FI è avvenuto proprio sul patto del Nazareno con Renzi. L’obiettivo, per Ap, sarebbe comunque quello di respingere lo schema di Renzi.

“Lui vorrebbe ridistribuire i nostri voti tra Pd e FI”, spiega un esponente di Ap che invece traccia lo schema centrista: quello di essere decisivi per una maggioranza che, di fatto ricalcherebbe quello del 2013. Di certo, l’accelerazione di Renzi colleziona delusione tra i moderati con alcuni, come il ministro Beatrice Lorenzin, descritti tra più adirati. E nella riunione dei deputati, qualcuno si è lasciato sfuggire: “basta con l’essere democristiani, ora è tempo di essere socialisti”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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