Doping: spunta il nome di Magnini in inchiesta

(ANSA) – PESARO, 1 GIU – Sostanze dopanti provenienti dalla Cina, in alcuni casi contraffatte, destinate ad atleti, tra cui il nuotatore Filippo Magnini, che però risulta estraneo ai fatti. Le hanno sequestrate nel 2016 i carabinieri del Nas di Ancona in un’inchiesta della Procura di Pesaro che ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini a Guido Porcellini, medico nutrizionista, e al dirigente di rugby Antonio Maria De Grandis, indagati a vario titolo per commercio di prodotti dopanti, falso, ricettazione e somministrazione di medicinali guasti. In un passaggio dell’avviso di chiusura delle indagini si fa riferimento a Magnini: in uno studio medico in uso a Porcellini erano stati sequestrati dei flaconi di pralmorelina, “procurata per l’atleta Magnini Filippo, che aveva in corso la preparazione per le gare olimpiche nell’anno 2016”. I flaconi erano stati ritirati da “persona non identificata”. Magnini, però, che è stato anche intercettato e pedinato, secondo i Nas non ha ricevuto né utilizzato la sostanza, e non è indagato.