Champions, Buffon: “Coraggio e paura il mix per il trionfo”

ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – La Champions, il triplete, il Pallone d’oro, tutto quello che Gigi Buffon non ha avuto nella sua lunghissima carriera, in pochi mesi. I primi due obiettivi addirittura nella stessa notte, per diventare (anche) il più vecchio giocatore ad alzare il trofeo più prestigioso, spodestando il già longevo Paolo Maldini. Per riuscirci, ci vuole coraggio e la “paura giusta”, dice Buffon, a due giorni dalla notte degli esami a Cardiff.

Capitano coraggioso e reduce da mille battaglie, il portierone spiega: “Bisogna avere una paura giusta, quella che viene quando si giocano queste gare: ce la giocheremo senza rimpianti. Sono qui per chiudere un cerchio e mi sento più forte di chi afferma di non essere intimorito da certi appuntamenti”.

Le precedenti finali perse pesano – solo il campo dirà quanto – sulle certezze dei bianconeri, rafforzate dalle parole di Allegri, guida in campo e consigliere fuori, psicologo e tecnico della Juventus che punta al triplete più leggendario dello stesso 6/o scudetto consecutivo: “Solo in pochi riescono ad alzare quella Coppa e non capita tutti gli anni di arrivare in finale – è la premessa dell’allenatore bianconero -. Negli ultimi tre anni ne abbiamo già giocata una e adesso ci sarà la seconda, ma stavolta dobbiamo mettere le mani sulla coppa”.

Convinti, determinati ma sempre con l’equilibrio predicato per tutta la stagione, valore aggiunto che difficilmente si può acquistare durante il mercato estivo ma che va costruito giorno dopo giorno. “Rispetto alla finale del 2015 a Berlino è cresciuta l’autostima, la consapevolezza dei nostri mezzi, dell’ambiente in generale – ripete il tecnico bianconero – Questa squadra aveva bisogno di obiettivi e stimoli maggiori”.

Spazio al sogno europeo, con la voglia di tornare a giocare la finale di Champions League, indossando anche l’abito giusto per gli appuntamenti europei, quel 4-2-3-1 che fino a due anni fa sembrava un’eresia, un modulo troppo spregiudicato per una squadra italiana. “Ho capito che non si poteva più andare avanti con il vecchio modulo, quindi ho cercato di mettere i miei calciatori nei propri ruoli e dare un pochino di spazio in più alla fase offensiva”.

Ricercando quell’equilibrio necessario per far coesistere spirito offensivo e la tradizionale solidità difensiva delle squadre italiane: “I giocatori si sono divertiti molto di più, c’è stata tanta disponibilità a sacrificarsi per la squadra. Avere tanti giocatori in attacco e un buon equilibrio in difesa significa costruire le fondamenta per la vittoria”.

Mettendo poi in pratica i dettami tattici in campo, limitando i pregi degli avversari: “Il Real Madrid ha tanti punti di forza,- sottolinea Allegri – è una squadra straordinaria che ha tecnica e velocità. È abituata a giocare questo tipo di partite, quindi ci sarà una grande finale”.