ROMA. – Virginia Raggi prefigura una strategia per fermare “la diaspora” di imprese e posti di lavoro dalla capitale dopo la firma di ‘Fabbrica Roma’, un protocollo d’intesa con Cgil, Cisl e Uil, un patto sui principali problemi della città. Un’iniziativa che “poggia su quattro pilastri – dice la sindaca M5S -: innovazione, infrastrutture con grandi e piccole opere, semplificazione, defiscalizzazione”. Raggi chiede che “tutte le istituzioni, senza distinzione di colore politico, lavorino insieme gomito a gomito”.
Una risposta all’appello rivoltole giorni fa dal governatore Pd del Lazio. “Accolgo con piacere le parole del presidente Zingaretti che confermano gli impegni assunti su temi come trasporti e infrastrutture – dice -. Ci auguriamo venga a lavorare con noi in questa ‘Fabbrica’”. Raggi cita i casi di Sky Tg24, Almaviva, Mediaset e Alitalia – pur diversi tra loro – come esempi dell’impoverimento del tessuto produttivo di Roma a causa della chiusura, dei tagli o dello spostamento a Milano delle attività.
“C’è un’inaccettabile diaspora da Roma, frutto di politiche sbagliate che portano a perdere migliaia di posti di lavoro – afferma -. Tutti gli enti locali non hanno competenza speciale sull’occupazione, ma hanno il dovere di prendersi cura delle proprie comunità”. La sindaca si appella al “mondo dell’industria, del commercio e artigianato. Vogliamo far sedere attorno al tavolo anche le università e i centri ricerca – dice -. Solo così si può far ripartire la città”.
E arrivano consensi. “Il Piano per Roma, sottoscritto tra la sindaca Virginia Raggi, Cgil, Cisl e Uil, segna una vera discontinuità con un passato recente fatto di contrapposizioni sterili e potrà essere un importante esempio di nuovo e moderno dialogo sociale”, dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
E il segretario nazionale della Cisl Annamaria Furlan definisce “molto importante il patto ‘Fabbrica Roma’, che apre – dice – una stagione di dialogo sociale indispensabile e necessario per affrontare i gravi problemi della capitale dai trasporti, ai rifiuti, al welfare, all’innovazione, agli appalti, alle periferie”.
E intanto si approva il nuovo piano del commercio a Roma, osteggiato dalle opposizioni. Dopo il no alle Olimpiadi e il sì allo stadio della Roma, l’amministrazione M5S cerca di contrastare l’idea di un declino irreversibile della capitale. Raggi ha lanciato il piano per il superamento dei campi Rom, con i primi due destinati a chiudere in due anni e, grazie a circa 4 milioni di fondi europei, casa e lavoro promessi alle famiglie nomadi che accetteranno di integrarsi. Un progetto avversato soprattutto dal centrodestra, con Fdi-An in testa.
All’attacco va Matteo Salvini, che esclude un appoggio a un eventuale governo M5S. “Questi sono complici dell’invasione clandestina in corso e cercano case e lavoro per i rom a Roma – dice il leader della Lega -. Se il modello 5 Stelle sono i 4 milioni di euro che la Raggi spende per integrare e dare le case ai rom a Roma, Dio ci scampi dai 5 Stelle”.
I Radicali invece giudicano “lettera morta” le promesse della sindaca sul superamento dei campi e chiedono di riprendere l’esame della delibera di iniziativa popolare da loro sostenuta. Beppe Grillo invece dice brava a Raggi, “con lei campi rom chiusi per sempre”.
(di Luca Laviola/ANSA)