Ipcc Onu: “Trump influenzerà altri Paesi sul clima”

ROMA. – “Sul piano interno, mi aspetto un impatto limitato dell’ordine esecutivo di Trump sull’ambiente. In questo settore le decisioni sono prese dagli Stati, molti dei quali hanno già piani ambientali autonomi e ambiziosi, penso alla California o agli Stati della East Coast. Le conseguenze potrebbero essere più importanti a livello internazionale”. E’ questa l’opinione di Carlo Carraro, già rettore e tuttora docente dell’Università veneziana di Ca’ Foscari e vicepresidente dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico.

“Che senso avrebbe per molti paesi continuare gli sforzi per la riduzione delle emissioni, quando gli Stati Uniti si tirano indietro? – chiede Carraro -. Penso a un paese riluttante come l’India verso le politiche sul clima. Questo potrebbe rallentare il processo di applicazione dell’Accordo di Parigi. Nessuno vuole fare un passo in questo senso senza gli Stati Uniti, per paura di perdere competitività. In generale, la negoziazione internazionale in materia di ambiente dipende dalla posizione degli Usa”.

Più ottimista è Gianni Silvestrini, esperto di fonti rinnovabili e direttore scientifico della ong ‘Kyoto Club’. “All’atto pratico, non cambierà molto – commenta -. Gli altri Paesi continueranno a fare quello che hanno fatto finora per il clima, e anche negli Stati Uniti sarà difficile mettere il freno all’avanzata delle rinnovabili ai danni del carbone. L’Ue continuerà a fare quello che faceva, l’Africa è lanciatissima sulle rinnovabili”.

Silvestrini vede conseguenze negative soprattutto sul settore automobilistico: “L’industria dell’auto fa pressing per allentare i rigidi obiettivi alle emissioni posti da Obama. Le politiche di Trump potrebbero avere un impatto in questo campo. Ma anche qui, l’industria americana dovrà affrontare la concorrenza delle auto elettriche dall’estero”.

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