Usa-Ue, prove di dialogo sul Ttip. Conferenza Aspen a Washington

WASHINGTON. – Passano per il Ttip le speranze di dialogo tra Usa e Ue, dopo le tensioni legate alla richiesta americana di aumentare le spese per la Nato e lo shock per la ritirata dall’accordo sul clima. E’ quanto emerge dalla conferenza internazionale “Usa e Europa nell’età dell’ incertezza”, organizzata all’ambasciata italiana a Washington da Aspen Italia e Aspen Iniziative for Europe, con la partecipazione del segretario al commercio Usa Wilbur Ross.

A fare il primo assist è il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, che in video collegamento rilancia l’accordo per il libero commercio tra Stati Uniti e Ue: “il contesto politico ora è cambiato ma il Ttip mantiene il suo ruolo cardine. E’ quindi necessario adattarlo al mutato contesto senza rinunciare al suo ruolo strategico”.

E Usa-Ue, aggiunge, devono assumere il ruolo di guida nel percorso di governance della globalizzazione, “altrimenti lo faranno altri con un danno per le nostre economie ed i nostri cittadini”. ”Se anche per gli Usa l’obiettivo è la lotta alla concorrenza sleale (e non alla concorrenza in sé), ci sono ancora le condizione affinché Ue e Usa lavorino insieme per governare la globalizzazione”.

Un assist colto al volo da Ross. Gli Usa, ha ribadito il segretario al commercio, sono interessati a riprendere i negoziati sul Ttip con l’Europa ma l’accordo di libero scambio deve essere “giusto”, ossia consentire agli Usa, “il più grande cliente del mondo”, di ridurre il suo ampio deficit commerciale.

Come? Semplice: l’Europa e i Paesi asiatici devono importare più prodotti americani, dal manifatturiero al settore agricolo sino al gas liquefatto ed altri idrocarburi la cui esportazione Trump vuole liberalizzare e spingere. Quando al Ttip, Ross ha messo in chiaro che Washington è interessato “più ai risultati che ai tecnicismi”, evitando discussioni che durano 10 anni facendo diventare obsoleti gli accordi.

Gli Usa, ha poi assicurato, non intendono arretrare né in Europa né in Asia. E non rinunciano alla globalizzazione ma vogliono correggerla: “non penso che la globalizzazione sia finita ma va ridefinita”, ha spiegato ribadendo che gli Usa non possono assorbire il surplus complessivo del resto del mondo in forma di deficit commerciale.

Resta la frizione sull’aumento dello spese per la Nato sino al 2% del Pil: “Non penso sia irragionevole chiedere ai Paesi europei di contribuire di più per la loro difesa, sono cose ragionevoli nel mondo di oggi e il presidente è determinato a far sì che questo avvenga”, ha ammonito, auspicando che anche per l’Europa la sicurezza venga al primo posto con l’emergenza terrorismo. Intanto però le prove di dialogo sono sul commercio e qualcuno dei relatori ha suggerito che l’Italia potrebbe svolgere un ruolo di mediazione tra Usa e Ue.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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