ROMA. – Entra nel terzo giorno la velenosa faida a distanza fra Donald Trump e il sindaco laburista, progressista e musulmano di Londra, Sadiq Khan, che stavolta, dopo aver rispedito gli schizzi di veleno al mittente per due giorni, alza il tiro e chiede al suo governo di annullare la prevista visita al Regno Unito del presidente americano, che sulla scia degli attacchi terroristici di sabato sera nella zona di London Bridge lo aveva rabbiosamente attaccato.
“Non penso che dovremmo srotolare il tappeto rosso per il presidente degli Usa nelle circostanze in cui le sue politiche vanno contro tutto ciò per cui noi ci battiamo”, ha detto Khan in un’intervista a Channel 4. Al sindaco ha risposto a breve giro il ministro degli Esteri, Boris Johnson: “Non c’è ragione” di annullare la visita di Trump, ha dichiarato Johnson, che però da ex sindaco della capitale ha difeso Khan.
Il sindaco, di origini pachistane e simbolo della Londra multiculturale e accogliente, è uno dei bersagli contro cui Trump si sfoga quando deve prendersela con un campione del “politicamente corretto”. Dopo gli attacchi al London Bridge e al Borough Market, la punzecchiatura è ripresa su Twitter.
L’inquilino della Casa Bianca lo ha accusato di aver “sottovalutato” il pericolo terrorismo e di aver voluto dare false sicurezze ai suoi concittadini, dicendo loro che non c’è motivo di allarmarsi, dandogli poi del “patetico”.
“Sadiq Khan ha fatto bene a parlare come ha parlato riguardo alle rassicurazioni che ha rivolto ai cittadini di Londra”, ha detto oggi il capo del Foreign Office, che ha aggiunto di non voler entrare nella disputa fra il sindaco londinese e il presidente Usa, memore anche delle sue, di dispute, con Barack Obama.
Ieri Khan ha incassato la solidarietà anche del suo ‘collega’ di New York, Bill de Blasio, sulla sua stessa lunghezza d’onda politica.
