Renzi spera ancora in Pisapia, e punta a pezzi di Ap

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Renzi e Pisapia

ROMA. – Matteo Renzi guarda con interesse alle divisioni alla sinistra del Pd e lascia la porta del Pd aperta a Giuliano Pisapia nel caso in cui i veti incrociati spingessero l’ex sindaco di Milano a sfilarsi dal cantiere ‘rosso’. Il progetto del leader dem, a prescindere che le urne siano a settembre o più avanti, è realizzare un ‘Pd largo’ con liste aperte sia a moderati sia a esponenti dell’associazionismo e del terzo settore.

“Un partito che punti al 40 per cento che vada da Calenda a Pisapia”, è lo schema dell’ex premier che spera di racchiudere il centrosinistra in un partito, rassicurando Romano Prodi sui rischi di un inciucio con Silvio Berlusconi dopo le urne.

Renzi non vuole dare l’impressione di fremere per andare al voto quanto prima. Ma al Nazareno sono già partite, in parallelo con la definizione dei collegi disegnati nella riforma elettorale, le grandi manovre per studiare liste “forti” che permettano al Pd di prendere voti sia al centro sia a sinistra.

Il segretario dem, a quanto si apprende, in questi giorni sta parlando con tutti: ha rapporti telefonici frequenti con i ministri centristi Enrico Costa e Gian Luca Galletti, che potrebbero non seguire Angelino Alfano nel suo progetto di aggregare i moderati per riuscire a superare la soglia del 5%. Dopo un po’ di frizione, l’ex premier ha ripreso i contatti anche con Carlo Calenda con l’obiettivo chiaro di attirare quell’elettorato moderato e quei settori produttivi che non si riconoscono in Forza Italia.

Al tempo stesso il Pd punta ad evitare la perdita di consensi provocata dalla scissione di Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema e dalla nascita dell’Alleanza per il cambiamento alla quale sta lavorando, non senza difficoltà, Pisapia. Nei prossimi giorni il vicesegretario dem e ex segretario della Lombardia Maurizio Martina proverà con un nuovo appello ad aprire all’ex sindaco di Milano.

In ogni caso Renzi vuole riportare nelle Camere non solo i parlamentari uscenti ma candidare esponenti del volontariato, dell’ambientalismo e del terzo settore incontrati durante la sua campagna per le primarie. L’Ulivo, è la tesi dei renziani, è un’esperienza irripetibile ma “se Pisapia vuole rifarlo con Tabacci, allora noi abbiamo Arturo Parisi”.

Una provocazione certo che però fa capire che la battaglia per i voti a sinistra sarà vera. E l’occasione è subito servita: se Pisapia l’1 luglio lancerà a Roma il suo progetto, Renzi ha convocato a Milano il 30 giugno e l’1 luglio l’assemblea dei circoli dem.

L’obiettivo non è solo evitare il travaso dei consensi e massimalizzare una campagna elettorale basata sull’appello al voto utile. Ma anche tenere a casa, nel Pd, Romano Prodi. “Il Pd non deve vedere Berlusconi come alleato, la priorità deve essere guardare a Pisapia, per dare il via ad un nuovo centrosinistra”, è la rassicurazione che Matteo Richetti dà al Professore.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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