Roma spreme le imprese, prima per tasse sui rifiuti in Ue

ROMA. – Le piccole e medie imprese italiane sono tartassate dal fisco, tanto che si lavora fino al 10 di agosto solo per pagare le varie imposte. Nel 2016 la situazione, dopo il miglioramento dell’anno precedente, è rimasta pressoché stabile, anzi alle tasse è stato sacrificato un giorno in più. A fare i conti è la Cna nel rapporto ‘Comune che vai, fisco che trovi’.

Tra le 135 città italiane analizzate spicca il posizionamento di Roma, terza nella classifica dei capoluoghi che più spremono le aziende. E anche il confronto con le altre capitali europee fa accendere un allarme, basti pensare che, rileva sempre l’indagine, “Roma primeggia per tassazione dei rifiuti”.

Il governo, con il viceministro all’Economia Luigi Casero, non nega il problema e conferma l’impegno per la “riduzione delle tasse” che, anzi, va “accelerata”. E qualche idea già c’è. Intervenendo alla presentazione del rapporto della Cna, il viceministro parla di due interventi da poter mettere subito in campo: “deve essere eliminata l’Irap per le piccolissime imprese e occorre intervenire per rendere totalmente detraibile l’Imu”.

Non è però solo una questione che tocca le aziende. La pressione fiscale grava anche sulle famiglie e per loro Casero rilancia la ricetta di “riduzione del numero delle aliquote Irpef, arrivando a poche, pochissime aliquote: due o tre, molto più ridotte di quelle attuali”, che sono cinque.

Intanto nel 2016, secondo la Confederazione che riunisce l’artigianato e le Pmi, il fardello dei tributi, il ‘Total tax rate’, è “rimasto fermo” (al 60,9%) e quest’anno potrebbe anche salire leggermente a meno che non si scelga l’Iri, il nuovo regime fiscale destinato alle aziende altrimenti soggette all’Irpef.

La città che chiede di più alle sue aziende è Reggio Calabria, dove il ‘Tax free day’, il giorno della liberazione dalla tasse, cade addirittura a fine settembre. Roma fa poco meglio (9 settembre) figurando al secondo posto in Ue nella graduatoria delle capitali che “divorano” complessivamente più risorse alle loro realtà produttive.

In un confronto a sei la maglia nera spetta a Parigi, dove “però i servizi offerti sono ben diversi”, sottolinea il presidente della Cna Daniele Vaccarino. “Il peso del fisco rende difficile alle imprese italiane tenere fronte alla concorrenza di quelle inglesi o polacche”, spiega. In effetti, dati della ricerca alla mano, nella city il ‘Total tax rate’ è la metà di quello registrato a Roma.