Grillo acrobata per far digerire la legge elettorale agli ortodossi

Bandiere del M5S
Si calmano le acque nella maggioranza.

ROMA. – Nessuna giravolta. Anzi. La decisione di far tornare gli iscritti a votare, on-line, sul testo finale della legge elettorale è il nuovo affondo che Beppe Grillo intende imprimere all’approvazione di quella legge elettorale che salva i 5 Stelle dal Rosatellum e l’unica che gli consente di aspirare ad un voto anticipato. Ed è soprattutto l’unico modo per mettere a tacere i mal di pancia di quanti, nella base e tra gli eletti, sentono di aver “tradito” il mandato elettorale per aver accettato di convergere con il Pd e Fi su un sistema elettorale senza preferenze, il totem intoccabile dei pentastellati.

Ed è così che nasce innanzitutto la decisione di presentare gli emendamenti a firma M5s sulle preferenze, sul voto disgiunto e sui correttivi di governabilità. E di ‘sfidare’ quindi il Pd nonostante un accordo raggiunto su un testo base che non li prevedeva. “L’abbiamo sempre detto. Non c’è nessuno strappo in avanti” affermano i deputati M5s subito dopo una riunione del gruppo convocata per chiarire la strategia che sarebbe seguita di lì a poco, quando sarebbero iniziate le votazioni.

E che si è conclusa con il contemporaneo annuncio dal blog di indire la nuova consultazione degli iscritti sul testo che uscirà dalle votazioni in Aula. “Cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi. Ma abbiamo già ottenuto importanti risultati” mette le mani avanti il M5s nel post con cui chiama gli iscritti a “ratificare” il testo prima che si passi al voto finale, grazie ad uno slittamento ‘concesso’ dallo stesso Pd.

Presumibilmente, quindi, gli iscritti saranno chiamati a votare un testo senza le preferenze. Ma Grillo vuole chiudere la partita senza strascichi divisivi nel Movimento, soprattutto ora che si avvicinano le urne. Ma non intende rompere il patto sulla riforma.

“Il M5s vuole la legge e vuole il voto” chiarisce. E i 5 Stelle in Aula si astengono sull’emendamento sul disgiunto di Mdp perché, dice Toninelli, scritto “per affossare tutto”. L’accordo è raggiunto anche con gli ortodossi M5s. “Se gli iscritti votano sì, voteremo la legge” assicura Roberto Fico, tra i primi, giorni fa, a protestare per l’assenza delle preferenze ed avvertire che nulla era ancora deciso. Adesso ‘condivide’ un tweet di Grillo, spiega che non è in corso alcuna “giravolta”. E, insieme a Toninelli, rilancia la palla in tribuna: che farà “Renzi? Terrà i suoi nel voto segreto o torneranno i franchi tiratori?”.

(di Francesca Chiri/ANSA)