La produzione industriale non decolla, ma boom export al Sud

ROMA. – Il secondo trimestre del 2017 inizia con una frenata dell’industria italiana. La produzione cala dello 0,4% ad aprile rispetto a marzo, secondo le ultime statistiche dell’Istat, e i segni meno sono diffusi a tutti i comparti tranne l’energia. Sono colpiti soprattutto i beni strumentati (-1,6%), un dato che potrebbe anticipare brutte notizie sugli investimenti. ma una buona notizia viene dal Sud: sono infatti le regioni del Mezzogiorno a guidare la crescita delle esportazioni.

Rispetto allo scorso anno, il calo delle produzione industriale raggiunge il 6,5% nei dati grezzi, un risultato su cui pesano le feste di Pasqua, cadute a marzo nel 2016, e della Liberazione, visto che il 25 aprile era martedì ed è stato un’occasione per “fare ponte” in molte aziende. I dati corretti per gli effetti di calendario – che tengono conto solo dell’effetto-Pasqua – mostrano un incremento dell’1%.

I settori più dinamici sono l’attività estrattiva (+11,8%) e le industrie tessili (+7%). La produzione di autoveicoli, invece, vede ad aprile una flessione dell’1,6%. Nonostante il risultato sottotono di aprile, il settore auto nei primi quattro mesi dell’anno mette a punto una crescita della produzione del 6%, quattro volte superiore a quella media nazionale (+1,5%). E nell’insieme del primo trimestre, le esportazioni di autoveicoli dal Piemonte, in crescita del 59,8%, sono la voce che contribuisce maggiormente all’incremento complessivo dell’export.

Il cuore dell’industria automobilistica italiana sembra tornare così a Torino, dove Fca ha annunciato investimenti per 95 milioni di euro, mentre mostra segni di sofferenza la Basilicata. Dopo essere diventata una piccola campionessa dell’export grazie alle auto di Melfi, la Regione vede infatti esportazioni in calo del 10,5% rispetto al primo trimestre 2016 a causa delle minori vendite negli Stati Uniti neo-protezionisti di Donald Trump.

Il Mezzogiorno continua comunque a essere l’area del Paese dove l’export cresce a maggiore velocità. Le vendite estere nel primo trimestre aumentano del 4,4% nell’Italia meridionale e insulare, che batte l’Italia centrale (+2,5%), il Nord-Ovest (+1,8%) e il Nord-Est (+1,4%). L’Istat rileva, inoltre, rispetto al primo trimestre 2016, “dinamiche di crescita dell’export intense e diffuse” con un incremento medio nazionale del 9,9% nel primo trimestre.

L’espansione è massima nelle regioni delle Isole (+50,6%), e sostenuta anche nell’area nord-occidentale (+10,7%), centrale (+8,7%) e nord-orientale (+8,2%) mentre si ferma al +0,6% nell’area meridionale. Il recupero del Mezzogiorno nel commercio internazionale sembra ormai avviato, ma la strada da colmare è tanta.

Guardando oltre ai tassi di crescita anche al valore delle esportazioni, emerge infatti che le regine dell’export restano le grandi città del Nord: Milano (+9%) e Torino (+14,7%). Queste due province muovono quantità tali di prodotti da contribuire alla crescita dell’export nazionale in misura maggiore rispetto ai centri minori più dinamici, come Gorizia (dove la crescita dell’export raggiunge un vertiginoso +311,3%), Cagliari (+76,1%), Frosinone (+50,7%) o Siracusa (+56,5%).

(di Chiara Munafò/ANSA)

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