Addio a Yahoo, completata la vendita a Verizon

Marissa Mayer. (ANSA/AP Photo/Julie Jacobson, File)
Marissa Mayer. (ANSA/AP Photo/Julie Jacobson, File)

NEW YORK. – Addio a Yahoo. Dopo essere stato pioniere del web e dopo 21 anni di storia, il motore di ricerca così come è stato finora conosciuto sparisce: i suoi asset internet passano ufficialmente a Verizon e quello che resta della vecchia Yahoo, ovvero le quote in Alibaba e Yahoo Japan, cambia nome e diventa Altaba, una società di investimento.

Una rivoluzione epocale con la quale cade anche l’amministratore delegato Marissa Mayer, sulla quale Yahoo aveva riposto le sue speranze di salvataggio. Mayer si dimette con una buonuscita di 23 milioni di dollari: nonostante i risultati deludenti nei quasi cinque anni che ha trascorso alla guida di Yahoo, Mayer ha incassato complessivamente più di 200 milioni di dollari. ”Dato il mio atteso cambio di ruolo, lascerò l’incarico. Guardando indietro ai miei anni a Yahoo – afferma Mayer in un messaggio ai dipendenti -, abbiamo affrontato sfide che sembravano insormontabili, con molte sorprese”.

Con l’era Yahoo che si chiude, si apre una nuova stagione per Verizon che punta a sfidare Google e Facebook nella raccolta pubblicitaria online. Acquistando Yahoo per 4,5 miliardi di dollari, Verizon punta infatti a creare un gigante, il terzo negli Stati Uniti, per la vendita degli spot online.

Le attività di Yahoo – inclusi il servizio di email, l’Huffington Post, Yahoo Finance e Tumblr – confluiranno con AOL, l’altro ex colosso acquistato da Verizon nel 2015. Dall’unione nascerà Oath sotto la guida dell’ex amministratore delegato di Aol, Tim Armstrong. La scommessa di Verizon è semplice: unendo i dati in suo possesso sulla telefonia mobile e sugli abbonati internet con i contenuti e le tecnologia di Oath può nascere un gigante in grado di competere con Google e Facebook, che controllano i due terzi del mercato della pubblicità online.

”Gli asset di Verizon e Oath vanno dalla realtà virtuale all’intelligenza artificiale, dalla rete wireless all’internet delle cose, dai contenuti in partnership a quelli originali, e questo creerà nuove modalità per attirare pubblico” afferma Marni Walden, presidente per i media di Verizon.

Il primo compito di Armstrong è quello di ridurre le sovrapposizioni fra le due società, e per questo procedere a un taglio del 15% della forza lavoro, circa 2.100 dipendenti. L’obiettivo è invece quello di raggiungere i 2 miliardi di consumatori entro il 2020, da raggiungere puntando su mercati mirati e senza escludere acquisizioni.

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