Veneto Banca chiede 2,3 miliardi di danni agli ex vertici

MILANO. – Un danno “spaventoso” di almeno 2,3 miliardi di euro. Anche Veneto Banca, dopo Popolare di Vicenza, ‘sgancia’ l’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici – a partire dall’ex numero uno Vincenzo Consoli – nel tentativo di recuperare parte delle perdite miliardarie provocate dai presunti comportamenti illeciti di amministratori e sindaci in carica fino all’aprile del 2014.

“E’ stato un lavoro preciso, dettagliato e approfondito: una necessaria risposta a quell’esigenza di giustizia che i territori richiedevano”, ha commentato il presidente Massimo Lanza. “Ai nostri occhi è apparso un danno spaventoso benché a tutt’oggi provvisorio e potenziale” ha affermato Alessandro De Nicola, uno dei legali che hanno lavorato all’atto di citazione.

Agli ex vertici viene contestata una gestione ‘allegra’ del credito, l’assunzione illecita di obblighi di riacquisto delle azioni della banca, il mancato rispetto degli ordini cronologici di vendita dei titoli, l’assunzione di delibere in conflitto di interesse e senza informativa agli organi collegiali. Ma anche l’acquisto di un gran numero di opere d’arte e beni di lusso, come l’aereo LearJet voluto da Consoli.

L’azione approvata da Veneto Banca fa il paio con quella avviata dalla Popolare di Vicenza nei confronti di una pletora di amministratori e sindaci – a partire da Gianni Zonin e Samuele Sorato – accusati di aver cagionato almeno 2 miliardi di danni all’istituto berico. Disastri che hanno bruciato miliardi di risparmi nelle tasca di circa 200 mila azionisti.

Intanto continua il lavoro del Tesoro per mettere in sicurezza le due banche. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha ribadito “lo stato positivo” dei negoziati con la Ue e confermato che l’opzione ‘bail in’ è esclusa (“la stabilità finanziaria va tenuta in considerazione quando si gestiscono le crisi”, ha detto il vicepresidente della Bce Vitor Constancio).

Una soluzione va trovata “in tempi molto brevi”, ha ammonito il vice dg di Bankitalia, Fabio Panetta. La Ue ha infatti chiesto 1,2 miliardi di capitali privati per coprire le perdite attese dalle due banche. Il Tesoro ha chiamato Intesa e Unicredit a farsi carico del problema per evitare guai maggiori a tutto il sistema. E mentre le altre banche nicchiano (un eventuale intervento sarà un “investimento del tutto volontario”, ha detto Padoan), gli attori in campo attendono chiarimenti dalla Ue e dalla Bce su perimetro e struttura del’operazione così da avere un quadro definito dei rischi ed limitare al minimo le ‘brutte sorprese’.

“Vediamo come si determina lo scenario”, ha detto il Ceo di Intesa, Carlo Messina, a chi chiedeva se una soluzione potesse arrivare nel week end, come alcuni si aspettano. “Il Governo e la Banca d’Italia stanno lavorando”, ha aggiunto, e “c’è una grande complessità anche per i meccanismi tecnici che regolano le crisi bancarie”. L’intervento dei privati – confermano diversi osservatori – presenta infatti molte incognite e aspetti poco chiari. Ma il tempo stringe: il 21 giugno scade un bond di Veneto Banca e per decidere sul rimborso i consiglieri chiedono certezze sul destino della banca.

(di Paolo Algisi/ANSA)