Da Pogba a Donnarumma, l’audace colpo del solito Raiola

Gianluigi Donnarumma.
Gianluigi Donnarumma. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Gianluigi Donnarumma.
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

MILANO. – Dietro lo strappo di Donnarumma con il Milan, nato dal no al ricchissimo rinnovo di contratto che gli avrebbe garantito un guadagno di 13mila euro al giorno, c’è lo zampino di Carmelo Raiola, per tutti Mino. Una settimana dopo aver chiuso un affare, quello di André Silva, con il procuratore più ricco e potente del mondo del calcio, Jorge Mendes, il Milan di Yonghong Li viene gelato dal suo rivale più agguerrito.

Un agente plenipotenziario Raiola, arrivato così in alto da pensare di candidarsi alla guida della Fifa. Consiglia con foga i suoi assistiti, li sposta a piacimento seguendo la scia del denaro a costo di andare allo scontro: era stato così per portare Ibrahimovic alla Juventus dall’Ajax, è ancora così oggi, con il rifiuto di prolungare un contratto col Milan che ne avrebbe fatto il diciottenne più pagato dello sport mondiale, per andare altrove, con il Real Madrid e il Paris Saint Germain spettatrici interessate. Non a caso due delle società più ricche del globo.

Donnarumma aveva baciato la maglia rossonera e assicurato solo pochi giorni fa di voler comprare casa a Milano. Invece, ha detto no alla squadra che lo aveva cresciuto, seguendo altri ragionamenti. Consigli che possono rivelarsi anche come un boomerang: basti pensare alla carriera in parabola discendente di Balotelli, dopo essere emigrato alla corte di Mancini al Manchester City dall’Inter campione d’Europa. Un solo calciatore della sua scuderia ha saputo dire di no a Raiola: Marek Hamsik, innamorato di Napoli e del Napoli, arrivò a cambiare agente pur di rimanere alle pendici del Vesuvio.

Modi forti quelli di Raiola: affari in cui le commissioni per i trasferimenti sono milionarie. Sotto inchiesta della Fifa c’é quella che ha accompagnato la scorsa estate Pogba dalla Juventus al Manchester United. Un pagamento maxi, superiore ai 30 milioni, che secondo l’accusa del massimo organo mondiale del calcio assomiglia molto ad una Tpo, pratica vietata dal regolamento.

Meta gradita a Raiola quella di Manchester: qui la scorsa estate ha portato Bailly, Mkhitaryan, Pogba e Ibrahimovic, incassando a livello personale più di 50 milioni, come riportato dal Fifa Tms Global Trasfer Market Report 2016. Un rapporto invece che rischia di incrinarsi definitivamente con il Milan: qui Raiola, con la vecchia dirigenza, era di casa grazie ai grandi affari con Galliani. Dai colpi Ibrahimovic e Balotelli, alle meteore Salamon, Rodrigo Ely, Viudez, Cardacio e Mattioni. Sembrano ere geologiche fa, sono appena pochi mesi.

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