Ira M5S su vertice Casaleggio-Salvini: “Falso, querele”

Luigi Di Maio in una recente immagine d'archivio. ANSA/ ANGELO CARCONI
Luigi Di Maio in una recente immagine d’archivio. ANSA/ ANGELO CARCONI

ROMA. – Severissimo sul fronte migranti, sulle barricate contro i media: il M5S, ammaccato dal risultato del primo turno delle Comunali, torna nella sua veste più barricadera puntando subito sui media. E’ il vertice tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini, con cui apre La Repubblica, il nuovo casus belli tra il M5S e la stampa italiana. A smentire il vertice sono i due diretti interessati anche se, il tema dell’asse con la Lega, a prescindere dal presunto incontro, tiene banco come non mai nei giorni dell’approdo in Senato dello ius soli. E rischia di aumentare la frattura interna al Movimento.

Di abboccamenti e presunti contatti tra Lega e M5S nei corridoi parlamentari se ne parla da tempo. Per La Repubblica, tuttavia, un vero e proprio faccia a faccia ai vertici ci sarebbe stato dieci giorni fa. Notizia che, prima il M5S e Casaleggio jr e poi la Lega e Salvini smentiscono. Con i Cinque Stelle che vanno oltre.

“Il Metodo Repubblica è la morte dell’informazione”, scrive in un post Casaleggio smentendo. Il direttore del quotidiano replica confermando la notizia, spiegando che l’incontro sarebbe stato chiesto da Salvini e sottolineando come il colloquio sia stato confermato da “due autorevoli fonti della Lega”.

“Mostri le prove o si dimetta”, attacca Luigi Di Maio, al quale Calabresi replica invitandolo alla querela. E, in serata, lo scontro si chiude in una guerra di carte bollate. Prima Di Maio, poi Fico e infine Casaleggio annunciano querela nei confronti di Calabresi. “E’ stata messa in discussione la mia onorabilità, dica data e luogo di incontro o lo querelo”, attacca in un video Casaleggio jr.

La vicenda, tuttavia, scopre un nervo “scoperto” del mondo pentastellato, quello di un’ipotetica alleanza con la Lega. Al momento né il M5S né il Carroccio sembrano considerarla ma, di certo, negli ultimi giorni il dialogo sul tema dei migranti ha preso il volo. “Io mi fido ma se ci fosse stato un incontro vorrei saperlo”, spiega un deputato mostrandosi più che perplesso sulla decisione del M5S di astenersi sullo ius soli al Senato e confermando come buona parte dell’ala ortodossa a partire da Roberto Fico sia contrarissima ad un’alleanza con Salvini.

Di certo, in un sistema proporzionale, la prospettiva di un’asse Lega-M5S potrebbe favorire uno schema che vedrebbe la prima fare da traino al Nord e il secondo al Sud, un po’ come accadeva con Lega e FI. Ma il rischio che anche solo l’ipotesi di un’alleanza logori l’elettorato M5S è alto. Per ora, il Movimento punta a rialzare la testa ai ballottaggi schierando “le armi pesanti”: domani, a Fabriano, saranno i “frontmen” Di Maio e Alessandro Di Battista a lanciare la campagna. Sugli esiti dei quali, tuttavia, c’è molta prudenza: “decideranno i cittadini”, si limita a dire Di Maio.

Ma sui territori il M5S è intenzionato a cambiare marcia nel segno di un maggior controllo, e l’applicazione “Call to Action”, che lega i meetup alla piattaforma Rousseau e ai portavoce va proprio in questa direzione. Anche se, nel Movimento, cresce il gruppo che reputa ormai necessario l’istituzione di coordinatori per ogni singola Regione.

(di Michele Esposito/ANSA)

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