Seconda condanna in tre giorni per Fede, due anni e tre mesi

Emilio Fede in una immagine d'archivio del 19 luglio 2010. Il direttore del Tg4, Emilio Fede, e' stato aggredito ieri sera in un ristorante a Milano da un uomo che lui stesso ha definito ''amico di amici'' e che lo ha preso a pugni in testa e faccia ''senza motivo''. ANSA/MATTEO BAZZI
Emilio Fede in una immagine d’archivio del 19 luglio 2010. Il direttore del Tg4, Emilio Fede, e’ stato aggredito ieri sera in un ristorante a Milano da un uomo che lui stesso ha definito ”amico di amici” e che lo ha preso a pugni in testa e faccia ”senza motivo”.
ANSA/MATTEO BAZZI

MILANO. – E’ arrivata una seconda condanna nel giro di tre giorni da parte del Tribunale di Milano nei confronti dell’ex direttore del Tg4 Emilio Fede. Dopo quella di lunedì scorso a 3 anni e mezzo di carcere per concorso in bancarotta nel fallimento della Lm Management di Carlo Mora, oggi un’altra sezione penale ha inflitto al giornalista, che ha quasi 86 anni, 2 anni e 3 mesi per la vicenda con al centro alcuni falsi fotomontaggi ‘hot’ che avrebbe fatto confezionare per ricattare i vertici di Mediaset quando venne licenziato nel 2012 e, in sostanza, per ottenere un accordo di uscita più vantaggioso.

La Procura aveva chiesto una pena anche più pesante per Fede, 4 anni e 9 mesi, ma il giudice Alberto Carboni della sesta sezione ha sì confermato un’imputazione di tentata estorsione ma ha riqualificato altre due accuse: un’ipotesi di estorsione in tentata estorsione e una violenza privata in minacce.

“Fin da ora annuncio che faremo appello contro queste due sentenze che sono atti di ingiustizia”, ha spiegato l’avvocato Alessandra Guarini. Secondo le indagini del pm Silvia Perrucci, il giornalista nel 2012 avrebbe dato mandato a Gaetano Ferri, suo ex personal trainer e già condannato in appello per questa vicenda, e ad altre due persone di assemblare finti fotomontaggi compromettenti che ritraevano il direttore dell’informazione di Mediaset, Mauro Crippa, così come il presidente dell’azienda Fedele Confalonieri.

E attraverso una serie di “pressioni e minacce”, come affermato dal pm in requisitoria, avrebbe costretto “Crippa, Confalonieri ma anche lo stesso Silvio Berlusconi” a fargli avere “un accordo più vantaggioso con una buonuscita di 820 mila euro e un contratto di collaborazione di 3 anni”.

L’imputazione relativa all’accordo, contestata come estorsione, è stata riqualificata in un tentativo di estorsione. Il giudice ha disposto una provvisionale di risarcimento di 20 mila euro a favore di Crippa, difeso da Edda Gandossi, e di 2 mila euro a favore di Ferri, parte civile per una vicenda di violenza privata poi riqualificata.

Nel processo erano parti offese Rti-Mediaset e Confalonieri con il legale Lucio Lucia. Stando alla difesa, Fede “non si aspettava di essere licenziato in tronco quel 28 marzo 2012 con una vera e propria imboscata e usò espressioni ingiuriose e di rabbia nei confronti di Crippa, ma senza condotte violente o minacciose”.

(di Igor Greganti/ANSA)