Fa la parodia di Trump, bufera sul premier australiano

SYDNEY. – Imbarazzo nel mondo politico australiano e anche timori per le relazioni diplomatiche con Washington, dopo che il premier Malcolm Turnbull è stato registrato mentre imitava il presidente Usa, scherzando su fake news, cattivi sondaggi e presunti legami con la Russia. “Donald e io stiamo vincendo nei sondaggi, non i sondaggi fake, stiamo vincendo nei sondaggi veri, i sondaggi online. Sono così facili da vincere… E poi io ho quel tizio russo…”, ha detto Turnbull, imitando il modo di parlare di Trump davanti a un migliaio di persone durante il ballo della stampa parlamentare.

Si tratta dell’equivalente della cena della Casa Bianca per i corrispondenti esteri, ugualmente all’insegna dell’autoironia e con l’impegno dei giornalisti a non divulgare gli scherzosi interventi. Nonostante ciò però il discorso è stato ripreso da un telefonino ed è finito nelle mani del decano dei giornalisti politici Tv, Larry Oakes, che non essendo presente e dicendosi contrario all’obbligo di riservatezza, lo ha trasmesso.

Turnbull, protagonista di un acceso scambio telefonico in gennaio con Trump su un accordo di accoglienza di rifugiati, cui erano seguite pubbliche dimostrazioni di cordialità durante la sua visita a New York, si è fortemente irritato. “E’ una violazione del protocollo – ha detto – era solo una nota spensierata, bonaria e poi l’obiettivo dello scherzo ero io”.

Diversi parlamentari conservatori hanno espresso preoccupazione per la copertura dei media Usa e internazionali, temendo che la reazione di Trump possa creare ulteriori problemi al sempre meno popolare Turnbull. Fra i presenti vi era l’incaricato d’affari dell’ambasciata Usa James Caruso e poco dopo un comunicato dell’ambasciata stessa ha assicurato che le parole di Turnbull “sono state prese con buonumore, come erano le intenzioni”.

Durante la tempestosa telefonata di gennaio, Trump si era irritato per un accordo raggiunto con l’amministrazione Obama per reinsediare in Usa fino a 1250 profughi detenuti dall’ Australia in due isole del Pacifico, in cambio di profughi da campi di accoglienza in America centrale. Trump ha interrotto bruscamente dopo 25 minuti la telefonata che era prevista per un’ora, twittando poco dopo che l’accordo era “stupido”.

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