50 anni di cultura hippy, dal Summer of Love San Francisco

NEW YORK. – Cantavano ‘All you need is love’ e predicavano il messaggio dell’amore sulla guerra. Cinquant’anni fa esplodeva a San Francisco il movimento degli hippy, con i figli dei fiori che durante una memorabile estate di mezzo secolo fa con indosso vestiti decorati con fiori o vivacissime stoffe invadevano le strade della citta’ californiana durante la cosiddetta ‘Summer of Love’ per dare il via ad una rivoluzione culturale.

Il termine ‘hippy’ deriva da ‘hipster’, all’inizio usato per indicare i cosiddetti ‘beatnik’ (membri della Beat Generation) che si erano trasferiti nel distretto di Haight-Ashbury quello che poi sarebbe diventato il centro del movimento. Non a caso gli hippy si nutrirono della sottocultura della Beat Generation dando vita ad una controcultura all’insegna del rock psichedelico abbracciando inoltre la rivoluzione sessuale e nel tentativo di esplorare lo stato di coscienza si davano a stupefacenti come allucinogeni e cannabis.

L’estate dell’amore ebbe inizio ufficialmente dal 16 al 18 giugno del 1967 al Monterey Pop Festival, che chiamò a raccolta ben 200mila persone e fu considerato il precursore del festival di Woodstock, svoltosi nello stato di New York due anni più tardi. Tra gli organizzatori del festival c’era un giovane Paul Simon mentre nel comitato dei garanti figuravano tra gli altri Mick Jagger e Paul McCartney. Tra i partecipanti i Beatles e i Beach Boys.

Il festival entrò nella storia anche per la prima grande apparizione americana di Jimi Hendrix. Tutti gli artisti, ad eccezione di Ravi Shankar, suonarono gratis. Il prezzo del biglietto era di un dollaro e il ricavato fu donato in beneficenza. Ma la repulsione contro le istituzioni, la classe media, le armi nucleari e la guerra del Vietnam non rimase limitata ai confini degli Stati Uniti.

Ben presto la rivoluzione si diffuse a macchia d’olio in tutto il globo creando versioni locali del movimento in ogni nazioni. In Messico, gli jipitecas dettero origine a La Onda Chicana e si riunirono al Festival Rock y Ruedas de Av ndaro, in Nuova Zelanda i nomadi housetruckers praticarono stili di vita alternativi e promossero il culto dell’energia sostenibile di Nambassa, nel Regno Unito, gruppi nomadi uniti nelle ‘carovane di pace’ facevano pellegrinaggi estivi ai festival di musica libera a Stonehenge.

La moda e i valori hippie inoltre ebbero impatto anche sulla cultura, influenzando la televisione, la musica e tutte le arti in generale. Ancora oggi l’eredità hippie può essere osservata in una miriade di forme, dalla salute alimentare, ai festival di musica, ai costumi sessuali contemporanei.

(Gina Di Meo/ANSA)

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