Terrorismo: propaganda per Isis, arrestato iracheno

CATANZARO. – Un lupo solitario che avrebbe potuto agire in qualsiasi momento ed in ogni luogo perché non c’è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare il jihad: si può anche rimanere in Italia, “per redimere gli infedeli”, ai quali va “tagliata la gola”. È questo l’identikit di Hussien Abss Hamyar, il 29enne iracheno arrestato dalla Digos di Crotone per apologia del terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

“Siamo dovuti intervenire strappando l’indagine – ha spiegato il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri – perché abbiamo ritenuto concreto il rischio di una fuga. Temevamo, come è già successo, che il soggetto lasciasse la Calabria per compiere un attacco terroristico”.

A far alzare il livello di allarme, un viaggio che il 29enne ha compiuto a Roma. Obiettivo della trasferta sarebbe stato verificare il grado di allarme che era capace di scatenare. Per questo ha volutamente provato a saggiare la reazione delle forze dell’ordine andando in giro con un sacchetto bianco.

Un altro dato inquietante gli investigatori lo hanno trovato nella memoria del suo smartphone. Conservava fotografie della Questura di Crotone e di alcuni funzionari della polizia. Un “pericoloso dossieraggio”, lo ha definito il questore di Crotone Claudio Sanfilippo, una cui immagine è stata rinvenuta nel cellulare di Hussein.

Non ancora maggiorenne il giovane iracheno avrebbe fatto parte di Hezbollah, poi nel 2008 il suo primo viaggio in Europa. Prima Norvegia, poi Finlandia, Germania e Danimarca, dove avrebbe anche passato un periodo in carcere. Nel 2012 è stato fermato appena sbarcato dalla Grecia sulle coste pugliesi.

Dopo aver richiesto lo status di rifugiato, Hussein è stato trasferito in un centro Sprar a San Nicola dell’Alto, poco distante da Crotone. È qui che avrebbe iniziato la sua opera di proselitismo in favore dell’Isis mantenendo un atteggiamento di aperta intransigenza a volte anche di minaccia nei confronti degli altri ospiti dello Sprar che avevano, a suo parere, una condotta di vita non rispettosa dei più integralisti precetti.

A loro il 29enne mostrava i video di propaganda diffusi dal Califfato. Ma non solo, Hussien Abss Hamyar era riuscito a ritagliarsi un ruolo anche all’interno della moschea di Crotone. È lui stesso a riferire, intercettato, di aver “parlato bene” dello Stato islamico davanti all’imam e a un gruppo di fedeli. “…Qui ho il controllo di una moschea, parlo davanti ad altre persone..”.

Alla sorella riferisce che nonostante qualcuno gli abbia chiesto di rientrare nel suo paese d’origine per fare la guerra santa, è necessario che egli rimanga dove si trova in quanto la sua missione è quella di redimere gli infedeli: “…Sono cosi impuri che anche se leggi il Corano loro non hanno voglia di ascoltarti…”.

Soddisfazione per l’arresto è stata espressa dal ministro dell’Interno Marco Minniti. “La nostra polizia, coordinata dalla Dda di Catanzaro – ha detto – ha svolto un ottimo lavoro a conferma che il sistema di prevenzione e sicurezza sta funzionando. Si tratta di un successo investigativo molto importante, che fa seguito a un lungo lavoro di indagine condotto con grande professionalità”.

(di Gaetano Mazzuca/ANSA)

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