E’ guerra fredda Pd-Mdp, ora si apre il fronte Commissione banche

Mdp avverte governo su manovra

ROMA. – E’ guerra “solo” fredda, almeno fino ai ballottaggi, tra Pd e Mdp dopo lo strappo su Consip. Il premier Paolo Gentiloni, dopo aver fatto trapelare la sua “irritazione” per l'”ambiguità” dei bersaniani, prova ora a far decantare la tensione dentro la maggioranza e anche gli ex dem, in una riunione al Senato, concordano sull’evitare nuove rotture in fase di voto anche se, insiste Bersani, “non ci tapperanno la bocca”.

Matteo Renzi liquida il voto al Senato come uno “show per una presunta fuga di notizie” mentre il punto, sostiene, è un altro: “Non vi fa accapponare la pelle l’ipotesi che siano state costruite prove false contro esponenti delle Istituzioni?”.

Il giorno dopo il voto a Palazzo Madama, il capogruppo Pd in commissione Affari istituzionali alla Camera Emanuele Fiano ammette che con l’ad di Consip Luigi Marroni era venuto meno “il rapporto di fiducia con il governo” a maggior ragione dopo che nel secondo interrogatorio “avrebbe confermato le sue accuse”.

Parole che scatenano M5S ma anche Bersani per il quale una simile affermazione è “allucinante: non si può cacciare uno perché davanti alla giustizia dice una verità o una sua dichiarazione scomoda per il governo”. Insomma Mdp si attesta sul fronte opposto agli alleati nella vicenda Consip e per il futuro separa la sua lealtà al governo nei voti di fiducia con la libertà di dire la propria nel merito.

E sulla centrale degli acquisti lancia un allarme il presidente Anac Raffaele Cantone: “Consip va difesa e bisogna stare attenti a non buttare via il bambino e l’acqua sporca”.

Ma la vicenda Consip non sembra l’unica ad incrinare i rapporti tra Pd e Mdp, che l’1 luglio si prepara a far salpare la propria barca con Giuliano Pisapia a piazza Santi Apostoli, dove, a quanto si apprende, parteciperà anche il capo della minoranza Pd Andrea Orlando nel tentativo di tener aperto un dialogo, sempre più difficile, tra sinistra e Pd.

Intanto la Camera ha dato il via libera alla nascita della commissione d’inchiesta sulle banche, un altro fronte caldissimo che le opposizioni vogliono cavalcare per andare all’attacco della sottosegretaria Maria Elena Boschi per Banca Etruria. Mentre per il leader Pd sarà l’occasione, spiega il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, “per fare luce su tanta demagogia a buon mercato” dopo che “il primo governo che si è posto davvero il problema sul nostro sistema bancario è stato quello di Renzi”.

E, incalza il senatore dem Andrea Marcucci, “anche per la vicenda Banca Etruria, come sta succedendo per Consip, la verità prima o poi verrà a galla” sostenendo che “i guai per Banca Etruria potrebbero essere partiti da un’incauta comunicazione di un funzionario del Tesoro, rivolta agli uffici del Commissario europeo per la concorrenza”.

Nei prossimi dieci giorni sarà scelto il presidente della commissione, un ruolo delicato anche se i tempi della bicamerale saranno stretti. Nei giorni scorsi Renzi ha indicato la presenza di Matteo Orfini nella bicamerale e per scegliere gli altri 19 membri il Pd ha chiesto ai suoi, a quanto si apprende, che chi vuole candidarsi non appartenga ad altre commissioni d’inchiesta e preferibilmente non abbia altri incarichi di responsabilità parlamentare.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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