Berlusconi: “Sono in campo, penso di prendere il 30%”

Silvio Berlusconi in una foto d'archivio. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Silvio Berlusconi in una foto d’archivio.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA,. – Silvio Berlusconi distingue l’Islam di pace da quello di “guerra alla Maometto”, poi conferma di “essere in campo” e che prenderà “il 30%”, ribadisce che solo “un centrodestra unito è in grado di vincere”, annunciando che c’è “già un programma comune”. Infine, dichiara di stimare Carlo Calenda, che pensa di incontrare molto presto, picchia duro sui grillini (“gente senza mestiere”) e prende le distanze nettamente dalle grandi intese: “Mai pensato di governare con Renzi, noi e il Pd siamo alternativi, per progetto, visione, metodo, valori di riferimento”.

L’ex Presidente del Consiglio, a poche ore dai ballottaggi, ritorna in tv in grande stile. Nel suo tradizionale doppio petto blu, cravatta in tinta, torna nel salotto di Porta a Porta, nello stesso studio 5 di Via Teulada dal quale lanciò messaggi che sono rimasti nella recente storia politica, basti pensare alla firma del Contratto con gli Italiani e le tante opere pubbliche illustrate con il pennarello.

Da garantista convinto si dice contrario alle dimissioni della Raggi, che, ironizza, semmai dovrebbe lasciare per “incompetenza”. Difende anche Renzi e Boschi per quanto riguarda gli scandali Consip e Banca Etruria: “Che parlino con i loro genitori è nelle cose, è tutta una montatura”.

Ma tira fuori gli artigli quando attacca gli ultimi anni di vita politica, quelli successivi alla caduta del suo governo. “Dopo cinque colpi di Stato, dopo 4 governi non eletti dal popolo si cade in prostrazione, ma meglio non pensarci”, sospira il Cavaliere. Parla anche di Milan. Prima, su Telelombardia, preferisce non dare giudizi sulla nuova proprietà. Poi, però, da Vespa, interviene nella vicenda Donnarumma: “Con le mie doti di convincimento, avrei trovato una strada di mezzo per convincerlo a rimanere per un po’ e poi per fargli fare il grande colpo della vita”.

L’ex premier usa il bastone e la carota con Matteo Salvini. Al settimanale Tempi, lo definisce un leader “efficiente”. In tv gli rivolge un “cheapeau”, per essere stato capace di portare la Lega “dal 4% al 12%”. Ma lo esorta a non preoccuparsi alla leadership del centrodestra e annuncia che sarebbe pronto a lasciare l’Italia, in caso di un governo Lega-M5s. Acido anche con Angelino Alfano: “Le nostre porte non sono aperte a chi cerca una alleanza di comodo in vista delle elezioni”.

Al Cav replica polemico Fabrizio Cicchitto, secondo cui “fu lui ad inventare il sostegno al governo delle larghe intese presieduto da Enrico Letta e poi successivamente a fare il patto del Nazareno con il governo Renzi”.

Durissimo, invece, infine, contro il movimento di Beppe Grillo: “Non credo che ci sia un candidato premier tra i grillini, nessuno di loro ha un mestiere, ma come i loro elettori, appartengono a chi non ha nulla. 15 milioni di persone che votano contro l’establishment, votano Grillo che ha promesso reddito di cittadinanza. Ma non è possibile – conclude Berlusconi – perchè costa 130 miliardi di euro”.

(di Marcello Campo/ANSA)