Più equità con 80euro e quattordicesima, ma non per i giovani

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ROMA. – Senza la mano dello Stato le disuguaglianze economiche in Italia sarebbero ancora più forti. A certificarlo è l’Istat, che sottolinea come le politiche di redistribuzione del reddito, attraverso tasse e sussidi, abbiano “significativamente” abbassato i divari. E, stando alle simulazioni dell’Istituto, gli ultimi interventi, dagli 80euro alla quattordicesima, “hanno aumentato l’equità”. Effetti che si fanno sentire per i più anziani e non per i giovani.

“L’intervento pubblico”, soprattutto grazie alle pensioni, riduce di un terzo l’indice di Gini, misura delle distanze nella ricchezza, rispetto a uno scenario in cui comanda solo il mercato. Il contributo che arriva dalle imposte ha invece una portata più contenuta. Il risultato è che oltre la metà di chi ha redditi familiari azzerati o molto bassi vede migliorata la propria posizione. Recupero più marcato anche per il Sud. Ma gli ‘effetti indesiderati’ ci sono, con peggioramenti anche per il 49,6% di chi ha redditi medio bassi. Tra i vincitori ci sono sicuramente le famiglie anziane. Al contrario i giovani e i genitori soli sono i “meno tutelati”.

Per l’Istat gli ultimi provvedimenti rispettano il principio della progressività: l’aiuto diminuisce al salire del reddito. Della mensilità in più se ne avvantaggeranno così le fasce più povere. Diverso il discorso per gli 80 euro, anche perché, si legge nel report, “non è prioritariamente disegnato come misura anti-povertà”. Divisa la popolazione in cinque fette, il 45,9% delle famiglie beneficiarie, dove c’è almeno un interessato, si trova nel secondo gruppo più ricco.

Tuttavia è il bonus ad imprimere “il maggiore impatto redistributivo”, chiarisce il direttore della produzione statistica Istat, Roberto Monducci. Gli 80euro, dice, “hanno ridotto la disuguaglianza dal 30,4% al 30,2%%”. Probabilmente perché l’integrazione è più sentita, in proporzione, tra i più poveri. Lieve la spinta della quattordicesima (che partirà da luglio).

Resta critico il Codacons, mentre per l’Unc siamo comunque tra “i peggiori in Europa”. Secondo la leader della Cgil, Susanna Camusso, parlare di riduzione delle iniquità è solo “propaganda”. Il M5s lamenta come alcune categorie, i giovani, siano state “abbandonate”. Il Governo difende il suo operato, con la sottosegretaria Maria Elena Boschi, che sottolinea: “Possono continuare a dirci di tutto, ma noi andiamo avanti nel nostro lavoro perché i risultati arrivano”.

(di Marianna Berti/ANSA)