Stallo social per le notizie, ma le “bufale” incrinano la fiducia

ROMA. – Complici le ‘fake news’, la fiducia delle persone nei confronti dei mezzi di informazione non è ai massimi, ma ad essersi incrinata è soprattutto quella nei social media. Per la lettura e la condivisione delle notizie, piattaforme come Facebook cominciano a non crescere più mentre a sorpresa spiccano il volo le chat, WhatsApp in testa. A delineare l’evoluzione del rapporto tra persone e informazione è il Digital News Report 2017 del Reuters Insitute, indagine condotta su un campione di 70 mila consumatori di news online in 36 Paesi del mondo, Italia compresa.

Ampio capitolo del rapporto è dedicato al fenomeno delle bufale online, scoppiato durante la campagna elettorale delle presidenziali Usa e piombato nel dibattito pubblico quotidiano. Le fake news, spiega Nic Newman, autore principale del dossier, “potrebbero essere la cosa migliore capitata al giornalismo”. Il rapporto evidenzia che il 33% degli intervistati è scettico nei confronti delle notizie e solo una persona su quattro (24%) pensa che i social network facciano un buon lavoro nel separare i fatti dalle bufale. Dei media tradizionali lo pensa invece il 40%.

Lo stallo dei social media è rilevato a livello globale, in particolare al di fuori di Stati Uniti e Gran Bretagna. L’Italia è uno dei Paesi in cui l’uso dei social per informarsi è diminuito, del 5%. Facebook è quasi ovunque ancora la principale piattaforma social per attingere alle news, ma la crescita galoppante è delle app per i messaggi, più “private” e senza algoritmi che filtrano le notizie.

WhatsApp comincia a rivaleggiare con la sua piattaforma madre, Facebook, in diversi Paesi, in particolare in Malesia, Brasile e Spagna. In Italia l’uso di WhatsApp per la fruizione di notizie è cresciuto dal 20 al 24%. Per gli analisti questa tendenza potrebbe dipendere dal cambiamento dell’algoritmo di Facebook che l’anno scorso ha privilegiato le comunicazioni tra amici e familiari piuttosto che i contenuti professionali. Oppure, aggiungono, potrebbe riflettere il fatto che le persone cominciano a trascorrere in generale meno tempo sui social e più sulle chat.

Complessivamente il 23% degli intervistati usa una chat per trovare, condividere e discutere di notizie almeno una volta a settimana. Il 15% sceglie WhatsApp, l’8% Facebook Messenger, il 2% Snapchat. Tra i social svetta Facebook, scelto per le news dal 47% degli intervistati, seguito da YouTube (22%), Twitter (10%) e Instagram (6%).

Una spinta alle news sulle chat è arrivata anche dai ‘chatbot’, utenti virtuali programmati per fare conversazione su news, meteo e sport, e che hanno debuttato sulle chat Telegram, Messenger, Google Allo. Crescono anche gli aggregatori di notizie, come Apple News o Snapchat Discover.

Trend oramai consolidato è l’accesso alle notizie online dai dispositivi mobili, con gli smartphone che superano i pc in un crescente numero di Paesi. Le notizie dal cellulare si leggono soprattutto a letto (46%), sui mezzi di trasporto (42%) e in bagno (32%).

Il mercato della tecnologia cambia e all’orizzonte spuntano nuove piattaforme di informazione: gli assistenti vocali da salotto, come Amazon Echo o Google Home. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna questi dispositivi hanno già superato gli smartwatch per l’accesso alle news.

(di Stefania Passarella/ANSA)

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