El Al non può chiedere alle donne di cambiare posto a bordo a bordo dei suoi aerei

TEL AVIV. – L’equipaggio della compagnia aerea israeliana El Al non potrà più chiedere ad un donna di cambiare posto se un ebreo religioso ortodosso (haredi) non vuole sederle accanto. La sentenza, definita “rivoluzionaria” dalla parte lesa, è stata emessa da un tribunale di Gerusalemme.

Alla Corte si era rivolta un’anziana sopravvissuta alla Shoah, Renee Rabinowitz, (83 anni) alla quale, nel dicembre del 2015 durante un volo Usa-Israele dell’El Al, fu chiesto dal personale di bordo di cambiare posto in business, regolarmente assegnatole, visto che un haredi non voleva starle accanto per motivi religiosi.

L’anziana donna in un primo tempo acconsentì ma una volta arrivata a destinazione riferì la sua esperienza ad Anat Hoffman, direttore esecutivo dell”Israel Religious Action Center’ (Irac), braccio legale del Movimento Riformato nello stato ebraico che, a suo nome, avviò la causa nei confronti della compagnia aerea, condannata dal tribunale a pagare alla donna un risarcimento di circa 6.500 dollari.

“La giudice – ha detto, citata dai media, la signora Rabinowitz, che vive a Gerusalemme – ha capito che non è una questione di soldi…ha compreso che la questione verte sul fatto che l’El Al deve cambiare la sua politica, cosa che gli hanno ordinato di fare”.

La sentenza – ha spiegato l’avvocato Riki Shapira Rosenberg dell”Israel Religious Action Center'(Irac), che ha annunciato il fatto – è “rivoluzionaria. La corte ha stabilito che così come sarebbe impensabile spostare un passeggero arabo sulla base di una richiesta di un passeggero ebreo, a una donna non può essere cambiato posto perché lo chiede un haredi. E’ una discriminazione illegale che costituisce una offesa civile”.

Nel dare ragione alla signora Rabinowitz, la giudice Dana Cohen-Lekah ha stabilito che “in nessuna circostanza l’equipaggio di bordo può chiedere ad un passeggero di spostarsi dal posto che gli è stato assegnato perché il viaggiatore vicino non vuole sedergli accanto a causa del suo genere. Tale atteggiamento è una trasgressione lampante delle legge che previene la discriminazione”.

La sentenza ha anche imposto che l’El Al comunichi le nuove regole per “iscritto e addestri il proprio personale su come si debba attenere a queste nei prossimi sei mesi”. La compagnia aerea, citata dai media, ha spiegato che “le parti sono giunte ad un accordo secondo il quale la politica dell’El Al sarà chiarita ai propri impiegati” e che l’azienda rispetterà la sentenza.

(di Massimo Lomonaco/ANSAmed)

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