Macron e Merkel con l’Italia sui migranti, muro dall’Est

BRUXELLES. – Sulla crisi dei migranti i Paesi più intransigenti dell’Est Europa restano sulle loro posizioni di chiusura ma l’Italia può incassare il sostegno di Angela Merkel e soprattutto di Emmanuel Macron nella sua battaglia per una maggiore condivisione delle responsabilità: è la sintesi di un vertice europeo che non decide nulla di concreto in merito ma ribadisce che la situazione nel Mediterraneo centrale “è grave”.

“L’Italia è soddisfatta, ci si accontenta delle partite che si svolgono giorno per giorno”, commenta il premier Paolo Gentiloni alla fine del summit con gli altri leader dei Paesi Ue. “In questi due giorni – dice – non si doveva risolvere il problema dei flussi ma affermare una serie di concetti”, finiti poi nel documento conclusivo del vertice: maggiore impegno sul rifinanziamento dei fondi per l’Africa, più solidarietà con i Paesi in prima linea nel fronteggiare i flussi.

Una discussione non facile, che ha fatto slittare di oltre un’ora e mezza i lavori. A contribuire al ritardo anche la pausa decisa dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per stemperare le tensioni sorte con il cosiddetto gruppo di Visegrad: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Dalla parte dell’Italia si schierano i pesi massimi.

Macron, al suo debutto al summit, fa un ‘mea culpa’ per un passato di cui non è responsabile: “Abbiamo mancato di equilibrio nella solidarietà – dice -: non abbiamo ascoltato l’Italia sull’ondata di migranti che stava arrivando”. Merkel ammette che al vertice “non ci siamo concentrati su ricollocamenti e solidarietà perché sapevamo che non ci sarebbero stati progressi”, ma assicura che “continueremo ad affrontare la questione”.

Dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker è arrivata una sferzata agli Stati che “non stanno facendo abbastanza sui contributi al fondo per l’Africa”: su 200 milioni promessi, “ne hanno messi 89”. Mentre il presidente Tusk ha sottolineato che “i leader hanno concordato di coordinarsi meglio per aiutare l’Italia”.

Anche Theresa May ha confermato lo stanziamento di 75 milioni di sterline per “far fronte a bisogni urgenti e umanitari” dei migranti. A differenza della rotta balcanica, chiusa grazie all’accordo con la Turchia, la situazione nel Mediterraneo centrale è più complicata: “Oggi apriamo una strada e cerchiamo di ottenere il massimo”, riassume Gentiloni, ma la Libia è ancora “un interlocutore fragile”.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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