Corte Ue boccia esenzioni fiscali alla Chiesa spagnola

FOTO EPA/VICTOR LERENA
FOTO EPA/VICTOR LERENA

BRUXELLES. – La Chiesa non può beneficiare di esenzioni fiscali se queste sono legate ad attività economiche, in quanto diventano aiuti di stato illegali che le danno un vantaggio competitivo su chi fornisce lo stesso tipo di servizi. E’ il principio stabilito dalla Corte di giustizia Ue in una sentenza relativa alla Chiesa spagnola e agli accordi stretti con Madrid prima dell’ingresso nell’Ue. Una decisione, ha evidenziato il presidente della Corte Koen Lenaerts, “rilevante” anche per Paesi che, come l’Italia, hanno un concordato.

Il caso nasce dalla domanda di esenzione dal pagamento di un’imposta da 24mila euro per i lavori di ristrutturazione compiuti nella sala conferenze di una scuola cattolica vicino a Madrid, gestita da una congregazione religiosa, e respinta dalla autorità tributarie madrilene.

La causa, spiegano i giudici di Lussemburgo, pone “la fondamentale questione se, per uno stato membro, il fatto di esentare una comunità religiosa da talune imposte, anche per attività prive di finalità strettamente religiosa, possa costituire un aiuto di stato vietato”. La Corte ha quindi stabilito che “l’esenzione fiscale controversa può costituire un aiuto di stato vietato se e nella misura in cui le attività esercitate nei locali in questione sono attività economiche”.

Ovvero, se la scuola cattolica offre attività extrascolastiche a pagamento oltre a quelle scolastiche normali sovvenzionate dallo stato, allora dovrà pagare perché c’è una finalità di lucro. In questo caso, infatti, la congregazione religiosa che offre i suoi servizi a pagamento si vede conferire un vantaggio selettivo, mentre il comune vede diminuire le entrate pubbliche.

La decisione, ha fatto sapere la Conferenza Episcopale Spagnola, è ora “sotto esame da parte dei servizi giuridici” data “la complessità della materia” ma “come sempre, agirà rispettando il sistema giuridico vigente”. La scuola ha intanto provveduto a pagare immediatamente le imposte dovute.

Secondo il presidente della Corte Ue, la sentenza “può avere un effetto diretto” su altri Paesi in quanto è “rilevante non solo per la Spagna ma anche per l’Italia, la Francia e il Belgio che hanno un concordato con la Chiesa”. La Commissione Ue nel 2010 aveva già contestato l’esenzione della vecchia Ici per la Chiesa italiana come aiuto di stato illegale, una situazione sanata nel 2012 dall’allora premier Mario Monti con la nuova Imu che prevedeva esenzioni solo per gli immobili ecclesiastici dove non venivano svolte attività economiche. Il Tribunale Ue lo scorso settembre aveva poi sancito l’impossibilità da parte dell’Italia di procedere al recupero dell’Ici mai pagata dalla Chiesa.

(di Lucia Sali/ANSA)

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