Boom lavoro a chiamata, sostituisce i voucher

ROMA. – Addio voucher, ritornano i contratti a chiamata. La nota congiunta di ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail fotografa per i lavoratori a chiamata, nel primo trimestre 2017, “un notevole incremento (+13,1%), anche a seguito di fenomeni di sostituzione rispetto ai voucher”. I buoni lavoro, infatti, sono stati aboliti per decreto a partire dal 18 marzo e ha preso, in parte, il loro posto questo tipo di contratti che, per prestazioni con una frequenza non predeterminabile, per esempio nello spettacolo o nel turismo, permettono alle imprese di chiamare solo all’occorrenza il lavoratore, che è occupato in media per dieci giornate al mese.

Appare in espansione anche il lavoro somministrato, il vecchio lavoro interinale, che a inizio 2017 mette a punto l’aumento tendenziale maggiore degli ultimi quattro anni (+22,4%). E’ un altro strumento con cui vengono rimpiazzati i voucher, diminuiti del 2,1% all’inizio del 2017, in attesa dei nuovi libretti famiglia e del contratto di prestazione occasionale per microimprese introdotti dalla manovra di aprile.

Complessivamente il lavoro cresce e cambia forma: il tasso di occupazione sale al 57,6% nel primo trimestre ed è in recupero dal minimo del terzo trimestre 2013 (il 55,4%), ma ancora distante di oltre un punto percentuale dai livelli pre-crisi (era al 58,8% nel secondo trimestre 2008).

Accelera, intanto, il lavoro a tempo determinato (con +231 mila posizioni rispetto all’anno precedente alla luce delle comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro) mentre rallenta la crescita delle posizioni lavorative a tempo indeterminato (+104 mila). In generale, aumenta il lavoro dipendente (+335 mila posti su base annua, +117 mila rispetto al trimestre precedente) e cala quello indipendente.

I dati Inps, relativi al 2016, mostrano in particolare una riduzione degli artigiani del 2,3% rispetto al 2015 e del 4,2% rispetto al 2014. E sono sempre di meno anche i lavoratori domestici (-3,1% nel 2016) ma, in questo caso, a fronte di un calo di colf, babysitter e badanti stranieri, aumentano quelli di nazionalità italiana (+1%).

La ripresa del lavoro si accompagna, purtroppo, a un forte incremento degli infortuni. Le denunce all’Inail sono state 7.430 in più nel primo trimestre rispetto all’anno precedente per un totale di 134 mila infortuni (+5,9%, di cui 112 mila in occasione di lavoro e 22 mila in itinere).

E sono aumentate anche le “morti bianche”, 190 contro le 169 del 2016 (+12,4%). L’Istat ha comunicato inoltre i dati sulla fiducia di consumatori e imprese, che è in ripresa a giugno dopo il calo di maggio. Per le famiglie migliorano tutte le componenti del clima, ma aumentano le aspettative di disoccupazione e di inflazione.

Quanto alle aziende, i progressi sono diffusi a tutti i settori tranne il commercio e segnano un record nelle costruzioni, dove l’ottimismo torna a livelli pre-crisi, con il risultato migliore da oltre nove anni. “Questa fase positiva va cavalcata”, ha commentato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, aggiungendo che “una parte rilevante del sistema industriale italiano sta reagendo”.

(di Chiara Munafò/ANSA)

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