Berlusconi molla Renzi, ma Salvini non si fida

Presentazione lista di Forza Italia alle elezioni comunali. Nella foto Silvio Berlusconi
Nella foto Silvio Berlusconi

ROMA. – Prime timide prove di disgelo all’interno del centrodestra, con Silvio Berlusconi che prima nega di voler “strizzare l’occhio” a Renzi, poi assicura gli alleati osservando che il “centrodestra unito è il primo polo”. Ma l’altro Matteo, quello ‘lumbard’, sembra non fidarsi troppo. E da un lato convoca subito, entro metà luglio “un incontro nazionale aperto a tutti quelli che si ritengono parte del centrodestra per parlare di programmi”. Quindi esclude l’ipotesi di un suo futuro incarico al Viminale, ribadendo ai microfoni di “Un Giorno da Pecora” che lui punta dritto a Palazzo Chigi.

“Berlusconi ha detto che mi farebbe Ministro dell’Interno? Probabile – osserva ironico – volesse farmi un complimento dicendomi che sarei meglio di Alfano, ma chiunque sarebbe meglio di lui. Insomma, non è un gran complimento…”. E poi conclude, rivolto al conduttore: “Mi chiami pure ‘futuro premier’, bando alle ciance, bando all’umiltà”.

Ma sono i dissapori, ancora profondi, sulla riforma elettorale a rendere ancora tesi i rapporti tra Forza Italia e la Lega. Com’è noto il Cavaliere vuole un sistema proporzionale e non intende cambiare idea. “Se si va al maggioritario – spiega al Tg1 – si deve fare la lista unica ma c’è chi dice che non la vuole. A meno che non ci sia un premio alla coalizione ma tutto ciò è escluso dal Pd”. Il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, chiude ogni margine, annunciando che intende ripartire dal “modello tedesco”.

Sul fronte opposto, neanche il Carroccio appare disposto a mollare un centimetro. “Per noi – osserva Salvini – va benissimo il Mattarellum, il Rosatellum. Siamo disposti a votare in una settimana una legge chiara che la domenica sera dice chi ha vinto e chi ha perso”.

Sulla stessa linea Giancarlo Giorgetti che ricorre a una metafora romantica per sostenere il maggioritario e convincere il Cavaliere su questa linea: “Berlusconi deve decidersi se vuol sposarsi. Se decide di sì allora la camera è matrimoniale. Non esiste un matrimonio e poi volere le camere singole. E domenica la nostra gente ha detto che ci vuole uniti”.

Anche Raffaele Fitto, ex azzurro, oggi leader di Direzione Italia, rivendica di aver avuto ragione nel bocciare il “Patto del Nazareno” e oggi incalza Berlusconi: “Saremo uniti se andremo con un modello maggioritario. Su questo – conclude – il centrodestra deve dire parole chiare”.

(di Marcello Campo/ANSA)

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