La sponda di Mattarella al Governo: “Far capire all’Ue la gravità della situazione”

Ottawa 27/06/2017. Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con la collettività italiana alla National Gallery of Canada. (Foto Ufficio Stampa Quirinale)
Ottawa 27/06/2017.
Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dell’incontro con la collettività italiana alla National Gallery of Canada. (Foto Ufficio Stampa Quirinale)

OTTAWA,. – Da giorni cresceva la preoccupazione. Le analisi di intelligence descrivevano un quadro allarmante, con movimenti sempre più massicci sulle coste del nord Africa, in particolare in Libia. Sergio Mattarella è così atterrato a Ottawa, prima tappa di una lunga visita in Canada, con questa preoccupazione. E ieri, mentre il Governo aveva già messo in piedi un piano per aggredire il fenomeno soprattutto dal punto di vista diplomatico, il presidente aveva fatto capire che la prima mossa era una pressione ultimativa verso Bruxelles. O meglio, verso quei Paesi dell’Unione che da mesi ostinatamente rifiutano di condividere il problema.

“Nell’Unione ci sono ancora Paesi inconsapevoli e insensibili”, aveva detto con chiarezza, anticipando nei toni e nel bersaglio la svolta del Governo Gentiloni che adesso ha formalmente minacciato di chiudere i porti alle imbarcazioni che non battono bandiera italiana.

La sponda del Colle si è manifestata con chiarezza quando il presidente Mattarella ha incontrato il giovane primo ministro canadese Justin Trudeau, fautore di politiche di accoglienza mirate e ragionate. E il colloquio odierno è stato dominato dal tema dell’immigrazione, anche se Trudeau si è informato dettagliatamente sul rischio populismi in Europa e ha ringraziato l’Italia per il sostegno all’Accordo di libero scambio Ue-Canada (Ceta).

Il capo dello Stato ha chiesto al premier canadese di usare i suoi buoni rapporti con molti Paesi europei proprio per far ragionare i più ostinati (leggi gruppo di Visegrad, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sul fatto che quella dei flussi è una vera e propria emergenza.

L’esigenza di coniugare accoglienza e sicurezza è ormai da settimane nelle convinzioni di palazzo Chigi e Quirinale che sembrano muoversi in perfetto bilanciamento. Ovviamente ognuno nel rispetto dei propri ruoli ma sempre in coordinamento.

Come è noto il tema dell’accoglienza è da sempre al centro delle preoccupazioni di Mattarella che si è speso per difendere i valori fondamentali della solidarietà e dell’apertura. Ma da mesi non si trascurano i crescenti timori dei cittadini. E non è un caso che ancora una volta Mattarella abbia chiesto con chiarezza che il fenomeno migratorio “venga governato assicurando contemporaneamente la sicurezza dei cittadini”.

L’allarme sociale in Italia cresce e l’Europa non può lavarsene le mani. “Occorre governarlo con serietà, stroncando i trafficanti di esseri umani e governando gli arrivi. Tutto ciò non può farlo solo l’Italia. Serve l’Unione nel suo complesso e questo – ha sottolineato a Trudeau – alcuni membri della Ue non l’hanno capito”.

Dodicimila arrivi in 48 ore “sono troppi anche per un Paese grande e aperto” come l’Italia. “Se si va avanti così la situazione sarebbe ingestibile”, è l’avviso. Forse l’ultimo tentativo di pressione alla Ue. Occhi puntati sul vertice informale dei ministri degli Interni che si svolgerà a Tallin la settimana prossima. Poi, veramente, si potrebbe passare alla chiusura dei porti.

(dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)