Tensione Pd, duello tra Franceschini e Lotti. Pisapia attende

Giuliano Pisapia. ANSA/LUCA ZENNARO
Giuliano Pisapia in occasione dell’incontro organizzato a favore del candidato sindaco del centrosinistra Gianni Crivello, Genova, 7 giugno 2017. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Il duello nel Pd non è più a colpi di fioretto, e nemmeno di spada: al termine di una giornata tesa si è ricorso ai colpi di mazza, con Dario Franceschini che ha replicato in modo duro a Luca Lotti, che aveva liquidato la richiesta del ministro della Cultura di aprire una discussione sull’esito dei ballottaggi. Franceschini ha ribadito però che non è in discussione la leadership di Matteo Renzi che venerdì lancerà la sua idea di un Pd che parta da una rinnovata Agenda riformista.

E sarà interlocutorio anche il discorso che sabato terrà Giuliano Pisapia, costretto ad attendere l’esito del confronto interno al Pd, anche se Mdp spinge per evitare un abbraccio con i Dem, come ha ribadito anche oggi Pierluigi Bersani, che ha posto ai suoi ex compagni una clausola insuperabile: l’eliminazione di Renzi.

In un’intervista Franceschini ha ribadito quanto affermato martedì sui social: “Quando perdi vuol dire che si è rotto qualcosa con il tuo elettorato, e devi capire cosa. Devi ricucire”. Per il ministro “nel Pd si deve aprire un confronto franco, senza ambiguità. La via da intraprendere non può essere che quella della ricomposizione del centrosinistra”.

Per altro parole che aveva detto anche a voce a Renzi, il quale però sempre martedì aveva ribadito la sua versione sui ballottaggi, chiudendo alle ipotesi di confronto all’interno del Pd. Le esternazioni di Franceschini sono allora volute essere un modo per costringere il segretario ad aprire il confronto. Per altro anche Piero Fassino, con toni diversi, ha parlato di “campanello d’allarme” invitando Renzi a “non sottovalutare i risultati” indice di “inquietudine profonda in tutto il corpo elettorale”.

Ma Renzi ha taciuto, mentre Debora Serracchiani ha aperto all’idea di un “confronto chiaro”, il ministro Luca Lotti è stato tranchant con il suo collega di governo: “Credo che non ci sia molto da rispondere. Abbiamo votato, abbiamo fatto le nostre primarie: in due milioni hanno espresso il loro voto a Renzi, fine della discussione. No al logoramento interno”.

Al che Franceschini ha controreplicato con gli stessi toni: “la discussione è appena iniziata. Discutere apertamente del proprio futuro e di come andare alle prossime elezioni, se da soli o in coalizione, è una cosa normale, che non comporta la messa in discussione della leadership del segretario”.

Venerdì Renzi aprendo l’Assemblea dei circoli lancerà l’idea che il Pd deve ripartire non tanto da una alleanza con altri partiti, ma da una Agenda riformista che crei una alleanza con la società. Un’agenda con al centro il lavoro, il futuro delle giovani generazioni e dell’Europa.

Dopo 24 ore Pisapia a Roma, terrà l’iniziativa dall’eloquente titolo “nessuno escluso”, e terrà la porta dischiusa al Pd. La vuole invece chiudere Mdp che con Bersani ha accusato i Dem di aver perseguito politiche che hanno aumentato le disuguaglianze, ponendo come condizione per riaprire il dialogo l’uscita di scena di Renzi. Un passo indietro che Matteo Richetti esclude “categoricamente”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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