Nuove sanzioni Usa, ma la Corea del Nord va avanti sul nucleare

NEW YORK. – Gli Stati Uniti incalzano la Corea del Nord e varano nuove sanzioni, con l’obiettivo di fermare il programma nucleare del leader Kim Jong-un. Immediata la risposta di Pyongyang: i lavori per la costruzione dell’ arsenale nucleare vanno avanti a prescindere dalle sanzioni e da eventuali attacchi militari. Le parole dell’ambasciatore nord coreano all’Onu, Kim In Ryong, non lasciano adito a dubbi sulle intenzioni del regime di di sfidare il mondo e gli Usa di Donald Trump, paragonato di recente ad Adolf Hitler.

Kim descrive la politica di Trump come “ostile e obsoleta”: l’atteggiamento dell’amministrazione americana contro la Corea del Nord è di “un’arroganza sconfinata”, aggiunge l’ambasciatore. parole dure che si vanno ad aggiungere a quelle dell’agenzia di stato di Pyongyang, Korean Central News Agency (Kcna), che nei giorni scorsi ha definito la politica dell’America First di Trump come una versione del “nazismo nel 21mo secolo: una versione americana del nazismo che va al di là del fascismo del secolo scorso per la sua natura feroce, brutale e sciovinista” ha scritto Kcna, secondo quanto riportato dai media americani.

Accuse alle quali gli Stati Uniti non hanno replicato, anche se è arrivata la nuova ondata di sanzioni dirette e indirette per inviare un segnale chiaro dopo la morte di Otto Warmbier, lo studente americano recluso in un carcere della Corea del Nord per 17 mesi e restituito agli Usa in coma. Lo studente è morto poco dopo.

“Vogliamo chiudere il mercato finanziario americano alla Corea del Nord” afferma il segretario al Tesoro Steven Mnuchin annunciando le sanzioni, che prendono di mira anche una banca cinese, una società cinese e due cittadini cinesi. L’istituto nel mirino degli Stati Uniti è la Bank of Dandong, che secondo il Tesoro fa da canale per attività illecite nord coreane. La società sanzionata è invece la Dalian Global Unity Shipping, che le autorità statunitensi ritengono abbia rapporti con la Corea del Nord legati a transazioni illecite.

Mnuchin però precisa come la Cina non è un obiettivo delle sanzioni, sgombrando subito il campo da potenziali critiche. I rapporti fra gli Stati Uniti e la Cina sono tesi dopo un avvio positivo, come dimostrato anche dal duro rapporto del Dipartimento di Stato che individua la Cina fra i paesi peggiori al mondo in termini di tratta degli esseri umani, relegandola allo stesso livello di Congo, Iran, Corea del Nord, Russia e Venezuela.

“Il Dipartimento del Tesoro è impegnato a tutelare il sistema finanziario americano dagli abusi della Corea del Nord e a massimizzare la pressione del governo su Pyongyang fino a quando non abbandonerà i suoi programmi balistico e nucleare” mette in evidenza Mnuchin. “Mentre continuiamo a cercare la cooperazione internazionale, gli Stati Uniti inviano un messaggio chiaro sul fatto che non esiteranno ad agire contro persone, società e istituzioni finanziarie che aiutano il regime”.

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