Prove Ulivo a Roma, ma Renzi si rilancia: “Non mi logorano”

Romano Prodi
Romano Prodi

ROMA. – Tra Roma e Milano, sabato, correrà la sfida del centrosinistra. E l’esito appare tutt’altro che scontato. La piazza dei Ss Apostoli che Giuliano Pisapia ha lanciato qualche settimana fa, quando le urne sembravano alle porte, continua ad arricchirsi di presenze, grandi ex, sigle in cerca di autore e, soprattutto, di un nuovo Ulivo che li rappresenti.

Dall’altra parte, il segretario Pd Matteo Renzi non mette neanche in conto la possibilità di una resa. A Milano, riunendo l’assemblea dei circoli Dem venerdì e sabato, rilancerà se stesso e la sua idea di partito: “non ci logorano”, è il mantra che l’ex premier, nelle ore più fragili della tenuta dei Dem, ripete a fedelissimi e iscritti.

Entrambe le kermesse cominceranno alle 17, quella targata Pisapia sabato, quella organizzata da Renzi domani. E, ad entrambe sarà presente il Pd: perché in molti, da Andrea Orlando a Nicola Zingaretti, da Retedem di Sergio Lo Giudice, a Gianni Cuperlo a Milano non ci saranno avendo scelto il “campo largo” che Pisapia promuoverà, non a caso, in uno dei luoghi simboli dell’Ulivo.

Assenze di rilievo che danno la misura di come, con le prese di distanza di Dario Franceschini e Romano Prodi, lo stato di salute del Pd renziano sia tutt’altro che florido. Proprio per questo, Renzi ha deciso di mutuare l’assemblea dei circoli in una sorta di mini-Lingotto, riunendo sotto il titolo “Italia 2020” non solo gli iscritti ma anche associazioni e personalità della società civile.

Al Teatro Linear Ciak di Milano parleranno tra gli altri don Luigi Ciotti, Lucia Annibali, il virologo Roberto Burioni in una kermesse che, venerdì, sarà introdotta dal segretario. L’obiettivo è mettere in campo “un’alleanza sociale” che vada oltre i caminetti. E’ quella la coalizione con cui Renzi vuol rispondere a chi, dentro e fuori il Pd, lo spinge nel mare magnum del centrosinistra.

“Le polemiche lasciamole a chi le fa di professione. Parliamo di come veramente possiamo avvicinare la politica ai giovani e i giovani alla politica. Non con gli stanchi rituali del passato”, è il messaggio di Renzi. “La parola d’ordine è futuro”, gli fa eco Maurizio Martina. Certo, complici le delusioni elettorali, la partita di Renzi non è facile.

Anche perché, plasticamente, a Roma sotto il palco di Pisapia e Mdp ci sarà mezzo centrosinistra: sul palco – la scaletta è ancora da definire – parleranno il fondatore di Campo Progressista, Pier Luigi Bersani e Leoluca Orlando mentre in platea, al di là di un pezzo di Pd, ci saranno la presidente della Camera Laura Boldrini e Massimo D’Alema, Verdi e costituzionalisti, i “centristi democratici” di Bruno Tabacci e anche una delegazione di Sinistra Italiana.

“Sabato avrà inizio un percorso che sarà in netta alternativa alle politiche del Pd”, avverte Roberto Speranza parlando di evento “destinato a cambiare la politica italiana”. Un evento dove, anche nel dialogante Pisapia, il renzismo non è più visto più come un alleato: “a me interessa il rapporto con il popolo”, sottolinea l’ex sindaco di Milano bocciando la rottamazione renziana: “io prediligo la rotazione”.

Resta da capire quale sarà il seguito della piazza di sabato. Orlando, ad esempio, assicura che non lascerà il Pd ma conferma la necessità di una coalizione, affermando, in opposizione a Renzi, che “il Pd da solo non va lontano”. E ponendo più di un dubbio sul fatto che il leader di un centrosinistra unito possa essere il segretario Dem: “deve dimostrare di essere l’uomo giusto”.

Ma nella piazza romana ci sarà anche un convitato di pietra: Prodi. Un suo messaggio non è escluso e in tanti lo aspettano. Il Professore, intanto, incassa la standing ovation del congresso nazionale della Cisl e la stretta di mano della segretaria della Cgil Susanna Camusso. “Senza sindacato non esiste centralità del lavoro”, sono le parole con cui Prodi infiamma la platea. Lui, dal palco, si definisce solo un “predicatore”, ma l’impressione è che, più di uno, sabato, sarebbe prontissimo a fare spazio alla sua tenda.

(di Michele Esposito/ANSA)

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