Sfida tra Renzi e Pisapia, il segretario boccia le vecchie formule

MILANO. – “Cambiare la vita delle persone, non inseguire le formule della politica del passato”. E’ nella missione che assegna al suo Pd, la risposta di Matteo Renzi alla sinistra di Pisapia e Bersani. Domani a Santi Apostoli gli “arancioni” lanceranno il loro progetto di centrosinistra “alternativo”. Ad ascoltarli ci sarà anche un pezzo di Pd. Ed è a tutti loro che Maurizio Martina parla quando dice che “non può esistere centrosinistra senza il Partito democratico”. E, è il messaggio, un Pd senza Renzi.

A chi pone veti sui nomi, i Dem vogliono opporre la sfida sui contenuti. Ma mostrano apertura al dialogo, anche sulla legge elettorale con apparentamenti evocata da Romano Prodi. Anche se, notano, in Parlamento servono numeri. “Italia 2020”, la kermesse dei circoli Pd, si apre a Milano sulle note di “Un mondo migliore” di Vasco Rossi. In platea nella enorme sala del teatro Linear Ciak, in questo primo giorno non gremito, prendono posto ministri e parlamentari, Dario Franceschini, critico verso la ‘chiusura’ del Pd di Renzi, e i leader della minoranza interna Andrea Orlando e Gianni Cuperlo, che ha invocato una leadership alternativa a Renzi.

“Il Pd non esiste senza centrosinistra”, è il messaggio fatto pervenire alla vigilia da Orlando. E a lui si incarica di replicare Martina, con un’inversione rispetto al programma che prevedeva l’apertura dei lavori di Renzi: “Non sarebbe pensabile aprire un secondo tempo congressuale”, avverte . E aggiunge, alludendo alla sinistra anti-renziana: “Non ci interesserà mai la logica del nemico-vicino”. “Le alleanze si fanno con la società, non sulle sigle”, scandisce il ministro, che annuncia per l’autunno un tour in treno e un forum programmatico.

E’ probabile il voto “a fine legislatura”, tra febbraio e inizio primavera, dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal Canada. E invoca la riforma elettorale, con parole che risuonano alle orecchie di chi ancora vagheggiava il voto anticipato con il Consultellum.

“Serve una legge elettorale con obbligo di accorpamenti o non c’è niente da fare”, osserva Romano Prodi. Per una legge con le coalizioni spingono anche Orlando e Franceschini. E i renziani non chiudono: le proposte Pd di Mattarellum e Rosatellum andavano in questo senso, ma le ha bocciate Mdp in commissione. A settembre, aggiungono, se ne riparlerà. Ma la realtà è di numeri parlamentari difficili.

Nelle parole scandite dai dirigenti Dem a Milano si nota la scelta di toni morbidi (un segnale soprattutto a Prodi e Veltroni) ma viene confermata l’ambizione di dare al Pd un profilo di partito aperto e “largo” di centrosinistra. Ma come ci si può alleare con Mdp che vota contro il governo?, domandano i renziani. “Non inseguo polemiche astratte e fumose”, ribadisce su Facebook il segretario, che domani lancerà il suo messaggio: apertura al dialogo sui programmi, ma no a vecchi riti e formule.

A distanza nel pomeriggio risponderanno Bersani e Pisapia: costruire la unità del centrosinistra alternativo al Pd, avendo modelli come l’Ulivo e l’Asinello, è l’idea in partenza. Ai Dem, è la convinzione, si possono contendere voti. La minoranza Pd domani sarà a Santi Apostoli, non a Milano, dove è stata oggi. Ma la scelta di toni della kermesse milanese, aiuta per ora a raffreddare la polemica interna. Franceschini ascolta Martina, applaude poco e non commenta, ma nel retropalco il clima è disteso – assicura chi c’è – con Renzi e gli altri dirigenti Dem. Orlando distilla solo un tweet: “Contento Martina ponga la legge sull’equo compenso come obiettivo Pd”.

Il confronto si riaprirà domani, alimentato dalla piazza di Pisapia, che si annuncia antirenziana e battagliera. Dal palco dei circoli Pd, dove l’allenatore di pallavolo Mauro Berruto tiene una lunga “lezione” sul fare squadra, si fa notare l’intervento del sindaco Beppe Sala. “Non prenderò – dice – la tessera Pd ma io ho vinto grazie alla macchina infernale Dem. Ora abbiamo avuto una sconfitta dura: gli elettori fanno fatica a difendere il Pd al bar. Ci vuole più cattiveria, i territori si sentono soli: parliamo di lavoro e sicurezza”.

(dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)