Terremoto: chiesetta distrutta, ma si celebra la festa

(ANSA) – PERUGIA, 2 LUG – Gli abitanti di Castelluccio di Norcia (Perugia) e di Castelsantangelo sul Nera (Macerata) festeggiano la ricorrenza della Madonna della Cona, che ricade proprio nella giornata del 2 luglio. Circa 400 persone si sono date appuntamento davanti alla chiesa in onore della Madonna, ora distrutta dal terremoto, che si trova sul versante marchigiano dei monti Sibillini. Gli abitanti di Castelluccio hanno potuto raggiungere il luogo salendo per la strada provinciale 477 che in questo fine settimana ha visto anche il transito delle navette che da Norcia hanno portato i turisti ad ammirare la fioritura sul Pian Grande. La carovana d’auto, una volta sulla piazza di Castelluccio ha fatto sosta, così gli abitanti hanno potuto fare una foto ricordo a ridosso della “zona rossa” che delimita il borgo distrutto dal sisma, per poi proseguire il viaggio verso la chiesa. Qui è stato celebrato il tradizionale rito religioso e le due comunità hanno dato vita anche a un grande banchetto con specialità del luogo. “E’ una festa molto sentita dalle persone di queste terre e quest’anno assume un significato ancora più importante, questi eventi ci aiutano a superare le difficoltà che stiamo vivendo e a renderci ancora più uniti”, racconta, all’ANSA, Gianni Coccia, portavoce degli agricoltori di Castelluccio. Questa festa prende spunto da una storia che risale al 1500, quando tra gli abitanti delle due comunità non correva buon sangue. A raccontarla è lo stesso Coccia: “All’epoca si doveva stabilire il confine tra i due territori, ne nacque una battaglia. Il primo morto avrebbe stabilito quale fosse la delimitazione territoriale”. “La leggenda narra che dove oggi c’è la chiesetta, ci fu la prima vittima, ma quello non diventò il confine”, aggiunge e spiega che “i marchigiani mandarono in battaglia alcune donne che fecero tenerezza ai castellucciani tanto da allentare il furore in battaglia, permettendo così a quelli di Castelsantangelo di spostare il cadavere un chilometro più in là, proprio verso Castelluccio, rubandoci di fatto una bella fetta di territorio”. (ANSA).