La rabbia della Procuratrice: “Un colpo di Stato peggio di quello di Carmona”

CARACAS. – Luisa Ortega Diaz ha alzato la sua voce dalla Procura sostenendo che “nel paese ormai si corre il pericolo di perdere la libertà, la democrazia e i diritti umani perché si vive un golpe più grottesco di quello perpetrato da Carmona nel 2002.” Queste le parole della Procuratrice stamattina dal suo ufficio, e proprio in occasione del giorno in cui si sarebbe iniziata l’udienza preliminare richiesta nei suoi confronti dal Tribunale Supremo di Giustizia.
Udienza alla quale la Procuratrice non ha assistito per considerarla quasi una pagliacciata che lei non convaliderà.
“Non convalido e non riconosco un circo che si ricorderà soltanto come un episodio vergognoso e doloroso della storia del paese.” “Non mi sottometterò ad un tribunale incostituzionale e illegittimo.” Ortega non poteva essere più chiara.
Ma la Procuratrice crede che, malgrado abbia ricusato i magistrati che compongono il Tribunale e non si sia presentata, secondo lei l’udienza avrà luogo comunque. E se questa affermazione fosse vera, si starebbe procedendo contravvenendo qualsiasi legalità.
“I magistrati che mi porteranno a giudizio sono illegittimi e incostituzionali” continua la Procuratrice. Ortega presenta gli argomenti per la sua difesa che dimostrano quanto tutta la situazione che a coinvolge sia manipolata e truccata.
La Procuratrice ha mostrato il documento di approvazione della designazione dei magistrati del 10 dicembre 2015, il quale non sarebbe stato firmato da Tarek William Saab, funzionario che come lei, avrebbe dovuto avallare le nomine. “Questo prova che la riunione del Consejo Moral Republicano, non c’è mai stata, le nostre firme non ci sono” perciò “i magistrati sono illegittimi” ha ribadito Ortega.
Tra l’altro ha criticato che ci sia un supplente per la Sala Costituzionale, tale Juan Carlos Valdez González, che non c’era sulla lista dei preselezionati inviata all’Assemblea Nazionale. Un altro fatto inspiegabile ed illegittimo.
E non ha risparmiato Pedro Pablo Carreño. Si è riferita alla richiesta di udienza preliminare fatta dal deputato nei suoi confronti e approvata dal Tsj poco dopo quattro giorni.
“Una celerità inconsueta che dovrebbe essere applicata per questioni trascendentali per il paese, ad esempio, per l’elezione dei deputati per l’Amazonas che da dicembre 2015 rimane ancora senza rappresentanti.”
La richiesta di Carreño, continua la Ortega, “confusa e stravagante” è datata 16 giugno e presenta una parte di una sentenza pubblicata il 28 di giugno, 8 giorni dopo. E non soltanto questo, Carreño crede che “io destabilizzi il paese e voglia il caos” ma “continuo a sostenere che le sentenze 155 e 156 del Tsj hanno rotto il filo costituzionale” e che “la convocazione all’ Assemblea Costituente deve essere fatta dal popolo e non dal Presidente.” Tutto secondo i precetti della Carta Magna.
Insomma c’è una guerra in corso tra Procura e governo. E la posizione della Procuratrice sembra seguire la norma e la legge mentre il governo segue la sua strada con l’obiettivo di togliere di mezzo chi non la pensa come loro.
La Procuratrice ha anche chiarito che non riconosce Katherine Nayarith Haringhton Padrón come Viceprocuratrice, designazione fatta dalla Sala Costituzionale, perché l’incarico legittimo è quello di Rafael González Arias, approvato dall’ Assemblea Nazionale, unico ente che può legalmente eleggere il Procuratore.
E ha concluso: “Se mi destituiscono, continuerò a collaborare per ristabilire l’ordine costituzionale che si è perso. Continuerò a lottare e trionferemo, Dio benedica il Venezuela.”