Lega: due anni e tre mesi a Bossi per uso privato di fondi del partito

Lega: La scritta ''La rivoluzione... ha un solo volto'' sopra la faccia di Umberto Bossi sulla maglia di Renzo Bossi che partecipa con il padre a una festa del Carroccio a Paderno Dugnano
La scritta ''La rivoluzione... ha un solo volto'' sopra la faccia di Umberto Bossi sulla maglia di Renzo Bossi che partecipa con il padre a una festa del Carroccio a Paderno Dugnano, Milano, 8 luglio 2011. ANSA / FABRIZIO RADAELLI
La scritta ”La rivoluzione… ha un solo volto” sopra la faccia di Umberto Bossi sulla maglia di Renzo Bossi che partecipa con il padre a una festa del Carroccio a Paderno Dugnano, Milano, 8 luglio 2011. ANSA / FABRIZIO RADAELLI

MILANO. – Con la condanna di Umberto Bossi, di suo figlio Renzo e di Francesco Belsito si è concluso il processo milanese di primo grado con al centro il presunto scandalo della gestione dei fondi della Lega usati per le spese personali della cosiddetta ‘The Family’.

Cinque anni e mezzo dopo l’apertura dell’inchiesta da parte del pm di Napoli Henry John Woodcock, che all’epoca aveva indagato assieme ai colleghi di Milano Roberto Pellicano e Paolo Filippini e all’ex aggiunto Alfredo Robledo e Giuseppe Lombardo di Reggio Calabria, il giudice Maria Luisa Balzarotti ha inflitto due anni e tre mesi di carcere (800 euro di sanzione) al ‘Senatur’, un anno e sei mesi al figlio detto ‘Il Trota’ ed ex consigliere lombardo (500 euro di sanzione) e due anni e sei mesi all’ex tesoriere del partito (900 euro di sanzione).

Per alcuni episodi contestati il reato è stato rideterminato da appropriazione indebita a tentata appropriazione indebita, per altri è stata dichiarata la prescrizione, per altri ancora l’assoluzione. “Me l’aspettavo. Ma non ho nulla da rimproverarmi. E’ solo il primo grado, andiamo avanti”, ha detto fuori dall’aula Bossi jr. “Io so di non avere mai preso un soldo dalla Lega – ha aggiunto – e chi lavorava con me lo sa benissimo”. Belsito poi ha invece parlato di “sentenza ingiusta”.

Nella ricostruzione del pm Paolo Filippini, che si è visto accogliere le sue richieste, i tre, tra il 2009 e il 2011, si sarebbero resi responsabili di “reiterate distrazioni di denaro dalle casse del partito”. In più per Bossi “sostenere i costi della sua famiglia” con il patrimonio della Lega sarebbe stato “un modo di agire consolidato e già concordato” con il tesoriere da lui scelto “come persona di fiducia”: prima con Maurizio Balocchi, morto anni fa, e poi con Francesco Belsito.

Stando alle indagini, l’ex tesoriere si sarebbe appropriato di circa mezzo milione di euro, mentre l’ex leader del Carroccio avrebbe speso con i fondi del partito oltre 208mila euro: si va dai ‘lavori edilizi” per la casa di Gemonio, all’acquisto di un “regalo di nozze” e di capi di ”abbigliamento”.

A Renzo sono stati addebitati, invece, più di 145mila euro, tra cui migliaia di euro in multe, tremila euro di assicurazione auto, 48mila euro per comprare una macchina (un’Audi A6) e 77mila euro per la laurea albanese.

Dopo la condanna, è arrivato il commento a caldo del segretario del Carroccio Matteo Salvini: “La condanna a Bossi dispiace dal punto di vista umano. Lui fa parte di un’altra era politica. La Lega ha rinnovato uomini e progetti”. Il governatore lombardo Roberto Maroni ha espresso vicinanza al ‘Senatur’: “Mi spiace per Umberto, persona straordinaria, non per quelli che hanno sfruttato la sua malattia in modo vergognoso”.

(di Manuela Messina e Francesca Brunati/ANSA)

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