Donne prima in pensione, verso bonus legati ad Ape

Manifestazione di donne per la pensione
Donne in pensione
Donne pensione
Donne in pensione

ROMA. – Il Governo sta studiando dei meccanismi per rendere più facile l’uscita dal lavoro delle donne. Si tratterebbe di bonus contributivi in grado di anticipare il pensionamento, con l’obiettivo di riequilibrare le differenze di genere. Per ora le ipotesi al vaglio dell’esecutivo sarebbero legate all’Ape sociale, mentre i sindacati chiedono degli ‘sconti’ validi per tutte le lavoratrici. Ma comunque sulla questione l’apertura c’è e sarebbe la prima certezza dell’intero ‘pacchetto previdenza’ sui cui si sta trattando al ministero del Lavoro.

Manca invece ancora una risposta sullo stop all’aumento dell’età a 67 anni. Il Governo starebbe prendendo tempo ma la pressione non fa che alzarsi, con l’appello bipartisan dei presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato: Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, che si sono definiti “una strana coppia”, hanno intrapreso una battaglia comune, chiedendo di fermare l’asticella a 66 anni e 7 mesi.

Intanto si è consumata un’altra riunione tecnica, da una parte il consigliere di palazzo Chigi Marco Leonardi, dall’altra i segretari confederali di Cgil (Roberto Ghiselli), Cisl (Maurizio Petriccioli) e Uil (Domenico Proietti). Prima di arrivare a un tavolo politico, entro il mese, ci sarà un nuovo appuntamento ‘ristretto’.

La ‘fase due’ sulle pensioni vede tra i primi punti garanzie per i trattamenti dei giovani di oggi. E sul capitolo una soluzione potrebbe essere trovata facendo saltare i vincoli di reddito per la pensione anticipata di chi è totalmente nel contributivo (oggi c’è un paletto che non permette l’uscita a importi sotto i 1.250 euro mensili).

L’argomento “preliminare” però resta l’adeguamento automatico dei requisiti d’età all’aspettativa di vita. Dal 2019 si rischia un salto di 5 mesi, che si rifletterebbe anche sui coefficienti di trasformazione, con un alleggerimento della pensione. Qualcosa di “inconcepibile” per Damiano e Sacconi, che suggeriscono un “rinvio strutturale”. Il problema sono i costi, ma c’è chi fa notare come il ‘fardello’ potrebbe non ricadere sulla prossima manovra.

Al momento i sindacati incassano “l’attenzione” del Governo sulle donne. Si studia un sistema che consenta di abbassare i tetti contributivi, valorizzando i periodi passati ad assistere familiari (anziani o figli). Il tutto all’interno dell’Ape social. A proposito di anticipo pensionistico, si starebbe già pensando a un ‘tagliando’, per valutarne effetti e miglioramenti.

(di Marianna Berti/ANSA)