Tv: Young Pope candidato a Emmy, è il primo italiano

Young Pope
Una immagine di scena di "The Young Pope", l'attesa serie in dieci puntate firmata dal premio Oscar Paolo Sorrentino con protagonista Jude Law (Pio XIII), in onda dal 21 ottobre su Sky Atlantic HD. ANSA/UFFICIO STAMPA
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Una immagine di scena di “The Young Pope”, l’attesa serie in dieci puntate firmata dal premio Oscar Paolo Sorrentino con protagonista Jude Law (Pio XIII), in onda dal 21 ottobre su Sky Atlantic HD.
ANSA/UFFICIO STAMPA

LOS ANGELES. – C’è anche The Young Pope di Paolo Sorrentino fra i candidati agli Emmy, gli Oscar della televisione che verranno consegnati il prossimo 17 settembre. La serie Sky prodotta da Wildside di Lorenzo Mieli e Mario Gianani, interpretata da Jude Law, ha ottenuto una candidatura per il miglior production design (per Ludovica Ferrario) e la migliore fotografia (per Luca Bigazzi).

E’ la prima volta che una serie di una società italiana riceve nomination agli Emmy. Le candidature sono state presentate a Los Angeles e hanno visto prevalere Hbo con 110 candidature, Netflix ne ha ottenute 91, Nbc 60, Fox 27. Tante le sorprese per quelli che sono considerati gli Oscar del piccolo schermo e che ora sempre più importanza stanno acquistando nel panorama dell’intrattenimento, visto il salto di qualità che ha fatto il mondo della serialità da qualche anno a questa parte.

Alcune di queste sorprese sono decisamente poco piacevoli, come quella subita da The Leftovers che non ha ottenuto nessuna candidatura per la sua terza ed ultima stagione. Altre hanno un sapore agro-dolce: the Americans, per esempio, il dramma che racconta la vita negli Stati Uniti di due agenti segreti sovietici ai tempi della guerra fredda ha visto i due protagonisti, Keri Russell e Matthew Rhys ottenere una nomination ciascuno, ma il titolo non concorrerà nella categoria miglior dramma.

Snobbato quest’anno anche Trasparent, la commedia targata Amazon che racconta il mondo transgender. Non è fra le migliori commedie anche se Jeffrey Tambor, già vincitore di un Emmy è fra i candidati. Molto bene invece hanno fatto Saturday Night Live e Westworld, che hanno ottenuto ben 22 candidature, Stranger Things e Feud arrivati a quota 18 e la commedia politica Veep con 17.

Ottimi risultati anche per la novità di quest’anno, This is Us, la serie targata Fox che interseca la vita di più generazioni e che al suo debutto agli Emmy ha ottenuto 11 nomination e fra queste quelle per la migliore serie drammatica e i migliori attori protagonisti (Milo Ventimiglia e Sterling K. Brown) e non protagonisti (Ron Cephas Jones e Chrissy Metz).

Altrettanto bene è andata a Genius, film per la tv prodotto da National Geographic che vede Geoffrey Rush interpretare Albert Einstein. Genius ha ottenuto 10 candidature fra cui non poteva mancare quella al protagonista Geoffrey Rush.

Fra gli snobbati infine due nomi spiccano fra tutti, quelli Rami Malek, che l’anno scorso aveva vinto l’Emmy per il suo ruolo in Mr. Robot e che quest’anno non ha ottenuto nemmeno una candidatura e Lena Dunham, la protagonista e creatrice di Girls, che dopo aver vinto con la prima stagione nel 2012 sperava di poter concorrere a questa ultima. Non sarà così.

Ma ecco le principali nomination: lo spin-off di Breaking Bad, Better Call Saul, l’escursus nella vita della regina Elisabetta The Crown, il politico House of Cards oltre che The Handmaid’s Tale, Stranger Things, Westworld e This Is Us sono i candidati alla categoria migliore serie drammatica. Atlanta, Black-ish, Master of None, Modern Family, Silicon Valley, Umbreakable Kimmy Schmidt e Veep sono invece le serie candidate per la miglior commedia.

Fra le attrici drammatiche appaiono i nomi di Viola Davis (Le regole del delitto perfetto), Claire Foy per The Crown, Keri Russell per The Americans, Evan Rachel Wood per Westwood, Robin Wright per House of Cards e Elisabeth Moss (The Handmaid’s Tale). Per la categoria attori drammatici oltre a Sterling K. Brown e Milo Ventimiglia per This Is Us e Matthew Rhys per The Americans, concorrono Anthony Hopkins per Westworld, Liev Schreiber per Ray Donovan, Kevin Spacey per House of Cards e Bob Odenkirk per Better Call Saul. Per la stessa categoria, sezione commedia, spiccano i nomi di Jane Fonda, Ellie Kemper, Julia Louis-Dreyfus, Zach Galifianakis, William H. Macy, Jeffrey Tambor.

Fra le miniserie approdano alla notte degli Emmy Big Little Lies, la terza stagione di Fargo, la storia della eterna lotta fra Bette Davis e Joan Crowford, Feud: Bette and Joan, quella del genio di Einstein in Genius” e infine il dramma targato HBO The Night Of.

Fra i film per la tv Black Mirror di Netflix dovrà vedersela con la storia vera raccontata in The Immortal Life of Henrietta Lacks, Dolly Parton’s Christ mas Of M any Colors: Circle Of Love, Sherlock: The Lying Detective e il racconto della truffa miliardaria di Bernie Madoff Wizard of Lies. Felicity Huffman, Nicole Kidman e Reese Witherspoon, per Big Little Lies e Jessica Lange e Susan Sarandon per Feud si contenderanno invece l’Emmy per le “limited series”.

Snobbato invece Jude Law, nei panni del diabolico papa Lenny Berardo in The Young Pope. Variety giustifica così la mancata candidatura di Law: “La corsa fra gli attori per le mini serie e film per la tv era semplicemente troppo affollata di grandi nomi: Ewan McGregor, Geoffrey Rush, Benedict Cumberbatch, Riz Ahmed, John Turturro e Robert De Niro”.

Le candidature sono state annunciate dalla star di Veep Anna Chlumsky, che ha ottenuto una candidatura in diretta e il protagonista di Criminal Minds Shemar Moore, gli Emmy Awards verranno consegnati domenica 17 settembre da Stephen Colbert.

(di Francesca Scorcucchi/ANSA)