L’Ue boccia i visti umanitari. Austria minaccia sul Brennero

Austria, Brennero
Vienna, più controlli ma niente barriera al Brennero. EPA/CHRISTIAN BRUNA
Austria, Brennero
Vienna, più controlli ma niente barriera al Brennero. EPA/CHRISTIAN BRUNA

BRENNERO. – Semaforo rosso sull’ipotesi dei visti umanitari per i migranti concessi dall’Italia. Bruxelles ha rimandato al piano della Commissione del 4 luglio nel quale si chiede esplicitamente di “evitare di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo per prevenire movimenti secondari” di migrazione tra i Paesi Ue. Mentre Vienna è tornata ad alzare la voce sul Brennero.

A pochi minuti di distanza, il ministro degli Esteri Sebastian Kurz da Bruxelles e il ministro degli Interni Wolfgang Sobotka dal Brennero hanno minacciato l’immediata introduzione dei controlli al valico italo-austriaco se Roma dovesse dare “questa sorta di lasciapassare” ai migranti per alleviare la pressione.

Visti umanitari “sarebbero assurdi perché se le gente potesse passare, sempre più persone arriverebbero e questo non allevierebbe il peso per Italia e Grecia”, ha precisato Kurz dopo il Consiglio esteri, precisando che comunque in sede ufficiale “non è stata fatta alcuna dichiarazione in questo senso”. Il giovane ministro e leader dei Popolari ha sottolineato che “se la cosa venisse fatta, proteggeremmo la frontiera del Brennero. Di certo non permetteremmo che la gente possa liberamente andare a nord”.

Gli ha fatto eco il ministro degli Interni Sobotka che si è recato al Brennero per un sopralluogo con il governatore tirolese Guenther Platter. “I visti umanitari – ha detto – sarebbero inaccettabili. In caso di introduzione, scatterebbero subito i controlli”.

Al Brennero, però, migranti non si vedono, ma solo un flusso ininterrotto di turisti che transitando gettano uno sguardo incuriosito a Sobotka e Platter accerchiati a bordo strada da telecamere e cronisti. Il capo della polizia tirolese Helmut Tomac ha illustrato ai due politici la struttura per il cosiddetto ‘management di confine’, i container per la registrazione dei migranti, come anche le basi per i piloni della recinzione.

La barriera – è stato detto – può essere innalzata nel giro di 12, 24 ore. “Siamo preparati ad ogni eventualità, non ci facciamo trovare impreparati”, ha commentato il ministro con una certa soddisfazione. Sobotka ha però ammesso che, per il momento, il numero di migranti intercettati in Tirolo “è ancora stabile, circa 25 al giorno, ma con gli sbarchi sulla coste italiane la pressione aumenta e dobbiamo essere pronti”.

La prossima settimana il ministro incontrerà a Roma il suo omologo Marco Minniti. La nuova ‘offensiva’ austriaca sembra essere rivolta soprattutto a Bruxelles e non tanto a Roma. Sobotka e Platter infatti non si sono stancati di sottolineare la buona collaborazione con le autorità italiane. Il governatore tirolese ha precisato che “anche se il Brennero è un luogo simbolo, l’Austria è pronta ad introdurre controlli se l’Europa non dovesse rispondere. Una situazione come quella del 2015 non deve ripetersi”.

Per questo motivo l’Austria aumenterà per il momento i controlli nell’hinterland e non direttamente al valico, evitando così una nuova ondata di proteste a livello europeo. E per questo Vienna invierà sul versante tirolese del Brennero ulteriori poliziotti. Sobotka ha messo comunque in chiaro che in caso di un’ondata di arrivi saranno impegnati anche soldati e doganieri. A Bruxelles Kurz ha ribadito che “il salvataggio nel Mediterraneo non può essere un biglietto per l’Europa centrale. L’Italia ha bisogno della nostra solidarietà, dobbiamo sostenerla nella chiusura della rotta del Mediterraneo. Significa che dobbiamo smettere di traghettare i migranti illegali dalle isole alla terraferma”.

Roma ha commentato la nuova ‘offensiva’ con un pizzico di ironia. “Sarebbe per noi faticoso dover rispondere ogni settimana all’ennesimo giro di valzer”, ha affermato il sottosegretario alle Politiche europee, Sandro Gozi, ricordando che “la questione del Brennero è già stata discussa e risolta pochi giorni fa dopo un proficuo colloquio telefonico tra il cancelliere Christian Kern e il premier Paolo Gentiloni”.

Il valzer viennese potrebbe risuonare ancora per un po’, visto che il 15 ottobre gli austriaci sono chiamati alle urne per eleggere un nuovo parlamento.

(dell’inviato Stefan Wallisch/ANSA)

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