Schiaffo a Trump sull’Obamacare, affossata la riforma

Il Presidente Donald Trump inaugura il progetto “Made in America,” on. Stetson, Texas. (ANSA/AP Photo/Alex Brandon)

WASHINGTON. – Nuovo schiaffo a Donald Trump sull’Obamacare, con una sequenza di colpi di scena che a Washington hanno segnato il definitivo affossamento del tentativo di ribaltare ‘l’odiata’ riforma sanitaria voluta da Barack Obama. Il tycoon si era speso in prima persona promettendo di revocare e sostituire l’Obamacare. Ma a questo punto, oltre a dar voce alla sua frustrazione e a rimproverare i responsabili (i repubblicani) per l’occasione mancata, può soltanto tentare di dettare la nuova linea, che è poi l’unica via possibile: “Adesso lasciamo che l’Obamacare fallisca. E poi ricominciamo”.

Nella notte la leadership repubblicana al Senato aveva dovuto riconoscere di non avere i voti per spingere oltre la sua proposta, in forma di un disegno di legge recentemente rivisto, per revocare e sostituire la riforma targata Obama. Perché dopo l’annuncio che altri due ‘dissidenti’ si opponevano al testo (e proprio mentre Trump riceveva alla Casa Bianca alcuni senatori per spingere, pressare, convincere che era tempo di portare a casa il risultato) diventava inutile anche quel rinvio per attendere il rientro dalla convalescenza del senatore John McCain, nei giorni scorsi sottoposto ad un intervento chirurgico, il cui voto sarebbe stato decisivo.

I numeri non ci sono. E allora Mitch McConnell non può far altro che tirare fuori l’ultima carta a sua disposizione, ovvero fare un passo indietro e votare soltanto la revoca di Obamacare, come si fece nel 2015 quando Obama mise il veto. Prendendo così tempo per lavorare sulla sostituzione della riforma in un secondo momento. Non la strada ideale, ma almeno possibile, segnalata tra l’altro anche dallo stesso Trump.

E’ il ‘piano C’, che però dura l’arco di una nottata: è mattina e i senatori repubblicani Susan Collins del Maine, Shelley Moore Capito del West Virginia e Lisa Murkowski dell’Alaska dichiarano di non poter votare una revoca dell’Affordable Care Act senza che sia prevista una sostituzione della legge. “Non sono venuta a Washington per fare del male alle persone”, annuncia la senatrice Capito spiegando la sua decisione in un comunicato.

Il tono di Trump non lascia spazio a dubbi: “Sono deluso, molto deluso! Sono sette anni che ne parliamo… “. Sette anni, in cui i repubblicani hanno dato battaglia a quell’Affordable Care Act che Obama aveva voluto come pietra miliare della sua presidenza, e per questo aveva difeso fino ad alzare il muro del veto contro l’offensiva repubblicana.

Una sfida che Donald Trump aveva raccolto e rilanciato nella campagna elettorale, ma che ormai sembra aver definitivamente perduto. L’Obamacare resta e ciò che si prospetta adesso è tornare a parlare con i democratici. Il terreno si comincia a preparare, sebbene ognuno lo faccia a modo suo: “Adesso lasciamo che l’Obamacare fallisca”, incalza Trump furioso, “i democratici ci verranno dietro”. Rimasti fino ad ora a guardare, i dem rispondono pacati: “La porta è aperta (per il compromesso ndr), lavoriamo insieme per migliorare l’Obamacare”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

Lascia un commento