Trump avverte il procuratore del Russiagate e attacca Sessions

Trump Jr
Trump col figlio Donald junior
Trump Jr
Trump col figlio Donald junior

WASHINGTON. – Donald Trump a tutto campo. Sei mesi esatti dopo l’inauguration day e l’ingresso alla Casa Bianca da presidente, il tycoon concede una intervista al New York Times che pure ha più volte attaccato, e non risparmia nessuno, facendo riecheggiare il ruggito del leone accerchiato. La tensione è infatti altissima a Washington, nell’attesa la prossima settimana della testimonianza di Donald Jr e di Jared Kushner al Senato per quell’incontro con l’avvocatessa russa nel giugno 2016 che i democratici considerato la ‘pistola fumante’ del Russiagate.

E il presidente avverte il procuratore speciale che guida l’inchiesta: ‘non superi la linea rossa!’, ovvero non allarghi le sue indagini sulla situazione finanziaria della famiglia al di là dei rapporti ipotetici con la Russia. “Sarebbe una violazione” dice Trump, mentre è poi l’agenzia Bloomberg a confermare che sì, Mueller starebbe prendendo in esame anche alcune transazioni commerciali che fanno capo al business di Donald Trump nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte interferenze di Mosca e i contatti dell’entourage del presidente con rappresentanti russi.

Sul procuratore speciale però il presidente va oltre, accennando a possibili ‘conflitti’ di cui dice parlerà ad un certo punto, ma intanto rivela di avere incontrato Mueller prima che venisse nominato procuratore speciale, nell’ambito dei colloqui e dei contatti per sostituire James Comey alla guida dell’Fbi: “Voleva il lavoro”, dice.

L’attacco però è a tutto campo contro l’Fbi, e tra le maglie capita anche Jeff Sessions, il primissimo senatore repubblicano a sostenerlo da candidato e che Trump ha poi nominato ministro della Giustizia, ma che adesso critica e senza mezzi termini, affermando che non lo avrebbe mai scelto se avesse saputo che si sarebbe astenuto dalle indagini sul Russiagate. Una decisione, quella di Sessions, che giudica ”molto ingiusta nei confronti del presidente” e che ha aperto la strada alla nomina di un procuratore speciale.

Non è ancora terremoto, ma i ‘sismologi’ della politica a Washington sono in allerta: secondo indiscrezioni Sessions non ha intenzioni di dimettersi, la Casa Bianca precisa che il presidente ha fiducia in lui, ma la temperatura si alza in una estate gia’ torrida, che promette picchi proprio prima che il Congresso chiuda per ferie.

Il genero del presidente e suo strettissimo collaboratore Jared Kushner verrà sentito dalla commissione di intelligence del Senato il 24 luglio, in un’audizione che sarà però a porte chiuse. In forma pubblica invece avverrà la testimonianza due giorni dopo, il 26 luglio,di Donald Trump Jr e dell’ex manager della campagna di Trump, Paul Manafort, davanti alla commissione Giustizia del Senato.

E intanto il presidente al New York Times è tornato a parlare di Putin e di quel secondo colloquio ad Amburgo mentre tutti i leader del G20 erano a cena: ”La cena si stava avviando verso il dessert. Sono andato a fare un saluto a Melania, e mentre ero lì ho salutato Putin” racconta Trump. ”Si è trattato di uno scambio di convenevoli, nulla di più. Non è stata una conversazione lunga. Abbiamo parlato di alcune cose. Abbiamo parlati di adozioni, è stato interessante”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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